Dal nord al sud Italia i Tribunali del Lavoro stanno dando ragione all'Anief sull'ulteriore illegittimità e discriminazione posta in essere dal Ministero dell'Istruzione nelle operazioni di mobilità a discapito dei docenti di ruolo che hanno svolto servizio di insegnamento con contratti di lavoro a tempo determinato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Ida Mendicino – dopo i successi già ottenuti a Trieste, Forlì, Pisa e Roma - ottengono dal Tribunale del Lavoro di Paola (CS) dei provvedimenti esemplari che condannano l'evidente discriminazione posta in essere dal MIUR a causa del mancato riconoscimento del servizio svolto durante il precariato ai fini dell'assolvimento del vincolo quinquennale su posti di sostegno e del relativo trasferimento su posto curricolare. “Lo sciopero del prossimo14 novembre con presidio davanti Montecitorio è stato fortemente voluto anche per questo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - il Ministero dell'Istruzione deve smetterla di considerare il servizio svolto durante il precariato come servizio “di serie B” anche nelle operazioni di mobilità e ai fini della ricostruzione di carriera dei docenti di ruolo”.
Anche i giudici di Bologna, Trento, Bari e Pordenone sentenziano contro la posizione del Miur secondo cui, ai fini della carriera, vanno considerati solamente i primi quattro anni del servizio pre-ruolo. È più che fondata, quindi, la linea del sindacato: per il giudice va assolto “il diritto del ricorrente a vedersi ricostruita la carriera considerando integralmente tutti i periodi svolti con contratto di lavoro a tempo determinato e a percepire le differenze retributive maturate in virtù del suddetto nuovo riconoscimento, oltre interessi e rivalutazione monetaria nei limiti di legge”. Confermate, quindi, le condanne del Miur per svariate migliaia di euro: chi vuole può ancora ricorrere in tribunale.
Marcello Pacifico (presidente Anief): queste sentenze non fanno altro che rafforzare quanto sosteniamo da diversi anni e ribadito nel 2014 dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sulla base del principio di non discriminazione tra lavoratori previsto dall’articolo 4 dell’Accordo Quadro attuato con Direttiva 1999/70/CE: l’operato dei docenti e Ata precari della scuola va considerato alla stregua dei colleghi assunti a tempo indeterminato.
Scadono domani i termini di presentazione alla Camera degli emendamenti della legge di bilancio. Per evitare che per la Scuola si approvino norme inadeguate, il sindacato indica ai parlamentari una serie di punti da correggere: dalla riapertura delle Graduatorie ad esaurimento, al doppio canale per le Graduatorie d'istituto, dall'abolizione della chiamata diretta alla stabilizzazione dei precari docenti e Ata, dall'adeguamento degli stipendi all'inflazione sino alla pensione anticipata per tutto il personale della scuola. E altri ancora. Per tutti questi motivi, Anief ha confermato per lunedì prossimo lo sciopero nazionale e il sit-in in Piazza del Parlamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il nostro sindacato intende mettere mano ai tanti errori della Legge 107/2015, per tornare a valorizzare docenti e personale Ata a cui invece, ancora una volta, si negano diritti e uno stipendio dignitoso, dopo quasi sette anni di un indegno blocco contrattuale. La verità è che servono risorse economiche adeguate, mentre i governi che si susseguono continuano a considerare la scuola come una spesa e non un investimento.
Con 24 sentenze analoghe - ottenute dall’Anief presso i Tribunali del Lavoro di Torino, Vercelli e Ivrea - l’amministrazione scolastica è uscita soccombente per violazione di norme comunitarie riguardo il trattamento di tanti precari a cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata per i tanti contratti a termine succedutisi negli anni. Non riconoscere alle ricorrenti la progressione stipendiale legata all’anzianità – si legge nelle tante sentenze emanate dai tribunali piemontesi - realizza una disparità di trattamento non sorretta da ragioni oggettive [...] e, come tale, contrastante con i principi comunitari in materia di lavoro a tempo determinato così come interpretati dalla Corte di Giustizia”. Il rispetto dei diritti dei lavoratori precari e la loro immediata stabilizzazione sono alcuni dei punti-chiave dello sciopero nazionale organizzato dall'Anief per il prossimo 14 novembre con manifestazione a Roma presso Piazza Montecitorio.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sono passati oltre due anni dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha messo fine alla tradizione, tutta italiana, di sfruttare e sminuire la professionalità dei lavoratori precari della scuola, ma sinora nessuna norma che danneggia i supplenti è stata cambiata, costringendo i lavoratori non di ruolo, con oltre 36 mesi di servizio svolto, a fare ricorso. Sia per chiedere l’immissione in ruolo e l’assegnazione degli scatti stipendiali, sia per vedersi riconosciuta una corretta ricostruzione di carriera, comprensiva di tutti gli anni di pre-ruolo considerati al 100 per cento. Chiediamo ora che si sani questa ingiustizia, non più attraverso il ricorso ai tribunali ma nelle aule parlamentari.
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