Con concorso nuovi dirigenti scolastici sui 1.500 posti liberi.
Non si arresta la parabola crescente dell’età media anagrafica del corpo insegnante della Penisola. Dai dati pubblicati oggi nel rapporto Ocse "Education at a glance" 2016, risulta che sei/sette prof su dieci che operano nella nostra Penisola sono ultracinquantenni: nel 2009 erano il 52%. Gli under 30, invece, sono una rarità e un percentuale infinitesimale. Il Governo, comunque, non fa nulla per ribaltare questo andare: i docenti più giovani, gli oltre 80mila che stanno nelle graduatorie d’istituto, continuano infatti a essere esclusi dalle GaE e dalla stabilizzazione; il piano di assunzioni attuato con la Buona Scuola ha riguardato, inoltre, in prevalenza precari storici e una piccola parte dei vincitori del Concorso a cattedre 2012. Con l’ultimo concorso, si è persa l’ennesima occasione per ridurre l’età media: tra le 15 categorie di insegnanti estromesse dalla selezione c’erano anche tantissimi laureati, dottori di ricerca, diplomati in Accademia e in Conservatorio, laureandi in Scienze della formazione primaria e un nutrito numero di abilitandi dei corsi Pas e Sostegno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se il Governo ci avesse dato ragione, non saremmo stati costretti a presentare un numero record di ricorsi, sui quali pende ancora il parere ultimo dei giudici, proprio per far accedere al Concorso a cattedra dei docenti neo laureati e con l’abilitazione in dirittura d’arrivo. Invece, si sono fatte prevalere le solite logiche incomprensibili e burocratiche.
Con un’interrogazione del Pd alla Camera, presentata dall’on. Camilla Sgambato, si chiedono al Ministro Giannini le ragioni per cui gli educatori, “a tutti gli effetti insegnanti” abbiano ricevuto un trattamento da ‘figli di dio minore’: sono stati ignorati in occasione sia del piano assunzionale, sia del concorso pubblico nazionale, oltre che dai finanziamenti da 500 euro per l’aggiornamento professionale. La palese disparità di trattamento è stata riservata ai precari dei convitti inseriti nella GaE.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la confusione sugli educatori è massima. La stessa Legge 107/15, dopo non aver citato gli educatori per 115 commi, ricorda che “il personale docente ed educativo è sottoposto al periodo di formazione e di prova, il cui positivo superamento determina l'effettiva immissione in ruolo”. Nel comma 117, si spiega inoltre che “il personale docente ed educativo personale educativo, in periodo di formazione e di prova è sottoposto a valutazione”. Il personale educativo riemerge, poi, laddove si cita il vincolo triennale per i trasferimenti: non riusciamo a capacitarci come possa essersi realizzata questa sequela di errori.
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La prima campanella dell’anno scolastico suonerà, infine, anche per gli allievi in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Toscana: in queste regioni, vi sarà almeno 1 scuola su 6 senza capo d’istituto e in reggenza. È pronta, quindi, la versione definitiva del decreto sul concorso per nuovi dirigenti scolastici che, per questa occasione, proprio per evitare il ripetersi della situazione, sarà bandito su tutti i posti vacanti e disponibili nell'a.s. 2016/17. È prevista una prova preselettiva (50 quesiti a risposta chiusa), uno scritto (5 domande a risposta aperta, di cui una in lingua straniera) e l’orale. Ai candidati saranno formulate anche domande di informatica, sul funzionamento del PC e dei software applicativi più diffusi; sulle lingue straniere si prevede, invece, la traduzione di un testo scelto dalla commissione, cui seguirà una breve conversazione.
Potrà parteciparvi il “personale docente ed educativo assunto a tempo indeterminato, in possesso di diploma di laurea magistrale, specialistica o conseguita secondo il vecchio ordinamento, di diploma accademico di II livello o diploma accademico di vecchio ordinamento e che abbia un’anzianità di servizio pari almeno a 5 anni, compreso il servizio pre ruolo”. E ci fermiamo lì: rimane, quindi, il ‘disco rosso’ nei confronti dei precari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un’esclusione ingiusta ma noi non demordiamo. Il Tar del Lazio ha, infatti, emesso la sentenza 5011/2014, in base alla quale non è necessario essere assunti a tempo indeterminato ma, soltanto, dimostrare di essere in possesso del titolo di studio e aver insegnato per almeno 5 anni non continuativi. Se scatterà il divieto a partecipare, abbiamo già pronto il ricorso.
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Il Consiglio di Stato non ha dubbi sulle ragioni sostenute dall’Anief e accoglie con provvedimento d’urgenza le richieste patrocinate dall’Avv. Michele Speranza per ottenere l’ammissione al Concorso a cattedra 2016 dei docenti in attesa del conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento tramite PAS. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il MIUR, ora, dovrà procedere alla calendarizzazione delle prove suppletive riservate ai docenti in possesso di favorevole provvedimento del Tribunale e integrare le loro posizioni per permettere la loro corretta partecipazione al concorso 2016. Provvederemo a sollecitare nuovamente il Ministero dell’Istruzione perché ottemperi, senza ulteriore indugio, alle disposizioni già emesse dal tribunale in favore dei docenti di ruolo, degli ITP e, ora, degli specializzandi PAS. La soddisfazione è piena: l’illegittimità della loro esclusione per un mero fattore temporale di conseguimento del titolo era evidente”.
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