Gli attuali 4 settori, che meno di cinque anni fa erano 12, verrebbero appiattiti in un unico “calderone”. L’ipotesi sta prendendo piede in Parlamento, dove oggi il ddl 1577 si discute in Commissione Affari costituzionali del Senato, ma sembra caldeggiata anche dal Governo, oltre che da uno dei sindacati più rappresentativi del pubblico impiego. Nelle intenzioni del legislatore, l’operazione servirebbe ad agevolare la mobilità dei dipendenti pubblici e a semplificare le specificità contrattuali.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non sempre semplificare significa migliorare. Collocare tre milioni di dipendenti in un unico ambito farebbe ben presto venire meno le specificità di ogni categoria: non è possibile pensare di unificare le regole e le prerogative dei dipendenti della scuola con quelle specifiche di chi opera nei comparti impiegatizi o in quelli dei medici, che non a caso sono definite a monte da contratti ben diversi. A pagarne le conseguenze sarebbero anche i cittadini, sui cui si riverserebbero i sicuri disservizi.