La data è simbolica, poiché è l’ultimo giorno utile al Parlamento per esprimere il parere sugli otto decreti legislativi della Buona Scuola, i quali non risolvono il problema del precariato, della valutazione e del merito, dell’organico di sostegno, del diritto allo studio, dell’insegnamento all’estero, della chiamata diretta. Per l’occasione, il sindacato autonomo lancia un appello a tutti i supplenti, docenti e Ata della scuola italiana e all’estero. Anief chiede anche ai sindacati rappresentativi di scioperare insieme, ancora una volta, per mandare un segnale forte al Governo: sono previsti sit-in nella capitale e in alcune città della Penisola. #LaScuolaHaBisognoDiNoi Prenota il tuo pullman. Per informazioni o per partecipare alle manifestazioni di protesta, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): con le deleghe della Legge 107/2015 peggiorano le condizioni della scuola italiana. Continuano a essere dimenticati i docenti abilitati della seconda fascia delle graduatorie d’istituto e tutti coloro che hanno prestato servizio per almeno 36 mesi su posto vacante, mentre più di centomila supplenti permettono il regolare svolgimento dell’anno scolastico, a testimonianza del fatto che la precarietà non è stata sconfitta e che la scuola ha bisogno di loro. Sul fronte stipendiale, è tempo di dimostrare coi fatti che s’intende valorizzare e riconoscere la giusta retribuzione a chi si occupa dell’educazione dei nostri figli, stanziando risorse economiche adeguate. Così come in Germania dove, fin dall’inizio della carriera, gli stipendi sono il doppio ed è possibile andare in pensione quasi con la metà del servizio. Così non si può andare avanti: venerdì 17 marzo abbiamo l’opportunità di farci sentire.
Record di presenze al primo seminario di formazione su “Le tre R della Dirigenza - Responsabilità, Rischi, Retribuzione”, organizzato dal nuovo sindacato UDIR e da EUROSOFIA. Diversi Dirigenti in servizio tra i relatori hanno approfondito ruoli, competenze e problematiche connesse all’attività del DS. Sono intervenuti anche il segretario organizzativo Pacifico della CONFEDIR, il presidente onorario dell’ASASI Tripodi, l’esperto dei contratti Perziani e della sicurezza Saccone, i coordinatori Miceli e Ganci della rete legali ANIEF. In programmazione altri incontri nel territorio nazionale. Per info, contatta il 331.7713481. Per una consulenza gratuita scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR vai al sito www.udir.it
Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir): ammontano a più di 11 mila euro i soldi persi nella retribuzione a parità di funzioni, il doppio se si considerano incarichi differenti. I contratti firmati nell’ultimo quindicennio hanno discriminato i dirigenti scolastici tra di loro e non hanno raggiunto la stessa carriera in analoghe aree dirigenziali. La misura è colma.
"Fase transitoria è un disastro". Minaccia di sciopero.
Roma, 5 feb. (askanews) - L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori è in stato d'agitazione per la questione precariato nella scuola, e si dice pronta a uno sciopero. "La mancanza di prospettive d'assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini - si legge in una nota dell'Anief -, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d'istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d'essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall'anno prossimo nelle scuole italiane all'estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo". "La questione - spiega ancora l'Anief - riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante".
E Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: "La laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016", annunciando che "dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall'Europa". "La mobilitazione, per certo - conclude Pacifico -, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei".
Il Tribunale del Lavoro ha accertato che le cattedre ricoperte dai docenti fossero libere a tutti gli effetti: l’amministrazione scolastica viene ora condannata a risarcirli con gli interessi. La somma ha assunto dimensioni notevoli, perchè agli stessi docenti sono state negate pure le progressioni stipendiali automatiche
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): degli oltre 100mila contratti annuali stipulati ogni anno, almeno 70mila possono essere considerati liberi e senza titolare; di questi, oltre la metà riguardano il sostegno. Mantenere tale la situazione non conviene a nessuno: agli alunni, a cui viene negato il diritto allo studio, ai docenti e la continuità didattica; ai docenti, a cui vengono sottratti mesi di lavoro; al Miur, che continua a risarcire i docenti che presentano ricorso.
La mancanza di prospettive d’assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d’istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d’essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall’anno prossimo nelle scuole italiane all’estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo. La questione riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016. Dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall’Europa. La mobilitazione, per certo, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei.
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