Il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato che “l’esito della valutazione sarà utilizzato per la retribuzione di risultato dei dirigenti”. Ma cosa si vuole “premiare” con 175 euro al mese lordi, pari al 3,86% della busta paga? E’ forte tra i sindacati la tentazione di lasciar perdere, di firmare pur di chiudere una vicenda che si trascina ormai da quattro anni consecutivi. Anief non ci sta: accettare supinamente questa proposta significherebbe avallare i comportamenti illegittimi e vessatori del Miur, con la “regia” del Mef, che vanno dai tagli del Fondo unico a livello nazionale fino alla pretesa di imporre le proprie pretese sui contratti regionali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “visto che bisognerà andare in giudizio dal giudice del lavoro per recuperare il maltolto, meglio sarebbe allora arrivarci da un punto di forza, perché evidentemente è più facile impugnare un atto unilaterale che un contratto”.
Giornata nera quella odierna per il Ministero dell’Istruzione: il Tribunale del Lavoro di Torino ci trasmette ben cinque sentenze in cui il MIUR viene condannato per violazione della Direttiva 1999/70/CE e del relativo Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato. I cinque docenti, infatti, si erano rivolti al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti e per richiedere il giusto riconoscimento delle progressioni stipendiali in base all’effettiva anzianità di servizio conseguita in virtù di numerosi contratti di lavoro a tempo determinato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi ottengono piena ragione per i nostri iscritti e la condanna del Ministero per contrasto con le direttive comunitarie e palese discriminazione del lavoro precario.
Il Governo ha intenzione di avviare la trattativa con i sindacati proponendo 17 euro lordi di aumento annuo su buste paga divorate da un’inflazione che galoppa e che in meno di un decennio si è impennata del 20 per cento. Cosa si inserisce, con questo, “l'enorme sforzo di fondi messi in campo” da questo Governo “e diretti all'incentivazione degli insegnanti”? Sono risorse che, in applicazione del decreto legislativo di riforma 150/2009, verranno percepite solo da una minoranza del personale. E tutti gli altri?
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): “forse il Ministro dell’Istruzione non sa che questa situazione di stallo per 3 milioni di dipendenti pubblici, come comunicato dal Mef, potrebbe prorogarsi almeno sino al 2018 e forse anche al 2021. Quindi, si profila che i lavoratori siano condannati a percepire ancora lo stesso stipendio per altri cinque anni. A lei e al Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, ricordiamo che è giunta l’ora di sbloccare anche il turn over, favorire un reale assorbimento dei precari, adeguare i pensionamenti alla realtà europea. Se davvero si vuole rilanciare la pubblica amministrazione, occorre ripartire da compensi dignitosi e da un ricambio occupazionale vero.
Questionari anonimi e referendum negli istituti superiori per premiare i docenti più bravi. La Cgil: "Gli alunni non possono decidere del compenso economico".
Bottino pieno per l’ANIEF in Consiglio di Stato: anche l’appello avverso la sentenza TAR n. 8836/2015 che dichiarava difetto di giurisdizione sul ricorso proposto dai docenti inseriti nella IV Fascia delle Graduatorie a Esaurimento è stato accolto con rinvio al Tribunale di primo grado per la decisione nel merito del contenzioso. Gli Avvocati Sergio Galleano, Vincenzo De Michele e Salvatore Russo, patrocinando i diritti dei nostri iscritti avverso il collocamento “in coda” alla III Fascia GaE (c.d. IV Fascia delle graduatorie, istituita nel 2012), hanno ottenuto piena ragione in favore dei ricorrenti, con riconoscimento della “pacifica” giurisdizione del tribunale amministrativo e contestuale annullamento della sentenza breve emanata dal TAR Lazio lo scorso anno.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto dall’ANIEF avverso la sentenza n. 8786/2015 del TAR Lazio che dichiarava difetto di giurisdizione in materia di reinserimento nelle Graduatorie a Esaurimento dei docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Gli Avvocati Sergio Galleano, Vincenzo De Michele e Patrizia Gorgo ottengono ragione in favore dei nostri iscritti che il Ministero dell’Istruzione ha cancellato, per il solo fatto di essere stati immessi in ruolo, da tutte le classi di concorso per cui erano parimenti abilitati e inseriti in Graduatoria a Esaurimento. I legali Anief procederanno, ora, all’immediata riassunzione del procedimento innanzi al competente Tribunale Amministrativo per dimostrare l’illegittimità delle disposizioni che escludono i docenti di ruolo pluriabilitati dalle Graduatorie d’interesse.
Alla vigilia del parere della Camera di Consiglio del Tar del Lazio, giunge un importante punto a favore dei precari ITP che chiedevano di partecipare alla procedura concorsuale diretta: i giudici accolgono il ricorso patrocinato dallo studio legale del giovane sindacato – composto dagli avvocati Ganci, Miceli, Zampieri, Galleano e De Michele – poiché ritengono che “la normativa primaria di riferimento del tutto legittimamente richiede (oltre al titolo di studio previsto per ciascuna classe di concorso) il possesso dell’abilitazione all’insegnamento quale ulteriore requisito necessario per essere ammessi ai concorsi”. A questo punto, anche i docenti di laboratorio possono puntare dritto allo svolgimento delle prove scritte e tecnico pratiche, che il Miur dovrà organizzare in via aggiuntiva a quelle già programmate sino al prossimo 31 maggio.
Marcello Pacifico (presidente Anief): a dispetto di chi diceva che non c’era alcun motivo per ricorrere contro le esclusioni illegittime dal concorso per docenti, ora aspettiamo le decisioni sulle richieste di prove suppletive, dopo l'ammissione dei candidati ricorrenti sui primi ricorsi pilota su laureati, diplomati magistrali ad indirizzo linguistico e docenti di ruolo.
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