I giudici hanno optato per il riconoscimento integrale dell’anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli aumenti stipendiali già riconosciuti ai colleghi insegnanti a tempo indeterminato: con ben sette sentenze ottenute dall’Anief, il Miur è stato condannato per violazione delle norme comunitarie nei confronti dei supplenti cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi negli anni.
IL PARERE DEI GIUDICI: “in assenza di ragioni oggettive di deroga al principio di non discriminazione sussiste il diritto dei ricorrenti alla progressione professionale retributiva, negli stessi termini previsti per il personale di ruolo” ribadendo che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella emessa dai tribunali piemontesi conferma la bontà della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea, attraverso cui è stato imposto a tuti gli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale già immesso in ruolo. Perché il tempo delle umiliazioni è finito: ora c’è spazio solo per il rispetto del diritto. Anche per i precari della scuola.
I capi d’Istituto percepiscono meno di 59mila euro lordi l’anno. Mentre sono i dirigenti amministrativi di II fascia che operano all’interno dell’amministrazione scolastica centrale (Miur) e periferica (Usr, Ambiti territoriali) a portare a casa circa 100mila euro annui.
Tuttoscuola: eppure il capo d’istituto ha alle proprie dipendenze in media almeno 100 persone (tra docenti e amministrativi), mentre un dirigente amministrativo ne ha mediamente 5-6. Il dirigente scolastico amministra un migliaio di studenti, spesso di settori scolastici diversi, e ne ha la responsabilità civile. Che sono estese alla sicurezza degli edifici scolastici, alla gestione previdenziale, alla trasparenza dei siti web.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per comprendere la gravità della situazione, basta dire che quattro anni fa la retribuzione media era più alta, ma ora è diminuita di oltre 4mila euro. Gli aumenti previsti dal Miur non cambiano molto la situazione, per questo siamo pronti ad impugnarli e chiedere adeguamenti veri.
Con ben sette sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Torino e Ivrea, il Ministero dell’Istruzione è stato condannato per discriminazione e violazione di norme comunitarie nei confronti di 22 docenti precari cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi – che con la solita professionalità hanno saputo ottenere ragione patrocinando i diritti dei nostri iscritti – dimostrano in tribunale l’illecita discriminazione posta in essere da sempre dal MIUR nei confronti dei dipendenti precari e ottengono la condanna dell’Amministrazione a più di 70.000 Euro di risarcimento.
Mancano ormai due settimane alla chiusura dei bandi per il nuovo concorso a cattedra e vista l’esuberanza con cui alcune organizzazioni sindacali promuovono la partecipazione alla procedura anche da parte di chi è sprovvisto dello specifico titolo di abilitazione, il Ministro Giannini ha pensato nei giorni scorsi di rivolgere un appello al buon senso dei candidati, esortandoli a non ostacolare la selezione.
Una mossa ingenua quella di Viale Trastevere o la prova evidente del timore di vedersi nuovamente sommersi dagli atti dei giudici? Ne abbiamo parlato con il Presidente Anief Marcello Pacifico. Continua a leggere.
Sembra ripetersi il copione del 2012, quando tanti aspiranti docenti, anche in quel caso estromessi senza validi motivi, grazie al sindacato presero parte alle verifiche alla pari degli altri candidati per poi vedersele validare dal Consiglio di Stato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sono numeri destinati a crescere, perché i ricorrenti sanno bene che siamo intenzionati a sollevare la questione in tutte le sedi possibili, anche alla Cedu. Non si comprende perché la Legge 107/2015 dal prossimo anno scolastico possa dare facoltà ai capi d’istituto di individuare anche personale privo di abilitazione all’insegnamento, mentre questa possibilità debba essere negata a coloro che hanno i medesimi titoli e ora vogliono partecipare alla selezione diretta nazionale.
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