Il giudice del tribunale del lavoro capitolino ha quantificato un risarcimento complessivo per otto ricorrenti pari a 37 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita da ognuno di loro, cui aggiungono gli interessi previsti dalla legge. A beneficiarne sono stati dei supplenti di lungo corso, alcuni in servizio da oltre dieci anni, che hanno compreso come l’azione dell’amministrazione scolastica nei loro confronti sia stata quella di discriminare e sfruttare il loro operato attraverso una serie infinita di contratti di lavoro a tempo determinato.
Marcello Pacifico (presidente Anief): questa ulteriore sentenza rappresenta la conferma dell’inadeguatezza della Legge 107/2015 sul fronte del reclutamento del personale precario: perché, pur prevedendo 100mila nuove immissioni in ruolo, poi ridotte a circa 86mila, è riuscita a non stabilizzare tanti docenti precari la cui unica colpa è stata quella di essersi abilitati dopo il 2011, riuscendo anche a discriminare una parte dei candidati risultati idonei ai concorsi pubblici. Calpestando, in questo modo, le indicazioni della Corte di Giustizia europea, oltre che i pareri della Consulta italiana e del Tribunale di Napoli, che affermano l'applicazione del decreto legislativo n. 368/2001 anche alla Scuola.