Nel testo di riforma che sarà votato nei prossimi giorni dalla Commissione Cultura della Camera continuano a figurare la mancata assunzione dei 23.000 docenti della scuola dell'infanzia e il divieto delle supplenze su posti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi, con la sola esclusione dell'effetto retroattivo. Nessuna novità anche per altri grandi esclusi dalle assunzioni: chi ha svolto Tfa e Pas non entrerà nelle GaE, al pari degli idonei dell’ultimo concorso. Rimangono in vita anche gli albi territoriali, che avranno una dimensione sub-provinciale, con i dirigenti scolastici che avranno facoltà di scegliere i docenti sulla base del curriculum. Nessuna retromarcia neppure sulla premialità: i 200 milioni di euro da assegnare agli insegnanti più meritevoli, verranno distribuiti dai presidi.
Il sindacato: oltre ai 30mila docenti precari rimasti esclusi dal piano di assunzioni straordinario, ci sono altri 50mila supplenti, solo per la scuola magistrale, tutti regolarmente abilitati e con sufficiente servizio alle spalle, che hanno diritto ad entrare in quelle graduatorie per effetto dei ricorsi Anief.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): coloro che sono inseriti nelle GaE hanno diritto all’aggiornamento triennale ma anche all’immissione in ruolo nelle materie di competenza. Non assolvere a questo obbligo, visto che siamo anche in presenza di docenti con oltre 36 mesi di servizio svolto, come indicato dalla Commissione di giustizia europea, comporta un errore dalle conseguenze rilevanti. Allo stesso modo, rimane irrisolto il problema della seconda fascia d’Istituto, dove sono inseriti più di 80mila docenti abilitati. Eppure l’Europa l’ha detto chiaramente che vanno stabilizzati: esimersi dal farlo significa solo voler aumentare tensioni, disillusioni, allontanarsi dalla normativa sovranazionale prevalente su quella territoriale.