Servizio sugli scioperi della Scuola dal minuto 17:50 al minuto 18:20.
Servizio sugli scioperi della Scuola dal minuto 17:50 al minuto 18:20.
Il giorno in cui prenderà il via l'esame degli emendamenti al ddl ‘La Buona Scuola’ in Parlamento, inizierà la protesta di migliaia di docenti e Ata, precari e di ruolo, proclamata tempestivamente da diversi sindacati autonomi e di base, che potrebbe continuare nel mese successivo. Quando altri scioperi sono stati proclamati dai sindacati rappresentativi e non, a pochi giorni dall'approvazione definitiva del testo che introduce la chiamata diretta e i super poteri al dirigente-padrone in tema di trasferimenti, carriera, licenziamenti. Tutto il personale interessato a raggiungere Roma in pullman e partecipare al corteo e al sit-in di venerdì 24 aprile può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: la riforma della scuola deve partire dal basso, da quel personale che ha gli stipendi fermi dal 2009 e che il Governo ha deciso da tempo di lasciare tali fino al 2018.
L'ANIEF porta a segno altre tre schiaccianti vittorie nei confronti del Ministero dell'Istruzione e ottiene l'immissione in ruolo retrodatata al 2009 per tre docenti ancora precarie che finalmente potranno stipulare il contratto di lavoro a tempo indeterminato in virtù del loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Picone ottengono il riconoscimento del pieno diritto dei nostri iscritti all'immediata immissione in ruolo e la condanna del MIUR a 15000 Euro di risarcimento danni per comportamento ostruzionistico.
Pubblichiamo il dossier "La Buona Scuola al varo" della rivista Tuttoscuola.
I numeri dovevano essere resi pubblici a fine 2014, ma il tempo preso in più non è servito a rendere pubblici numeri veri: oltre i 100mila posti considerati vacanti e da coprire con le assunzioni programmate tramite il ddl di riforma, vi sono altrettanti posti liberi o che si libereranno anche per l’innalzamento degli alunni disabili.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il problema è che il Governo non vuole ammettere che ci sono posti in più, anche perché se lo ammettesse soccomberebbe nei tribunali e dovrebbe assumere tutti quei docenti con 36 mesi di servizio su cattedra vacante. E siccome dal disegno di legge non si vuole stralciare il piano straordinario di oltre 100mila assunzioni previste dalla bozza approvata dal Governo, si rischia seriamente di compromettere anche quelle. Con la possibilità concreta di ritrovarci anche quest’anno a coprire il solito turn over. Allora ci chiediamo: ma non dovevano finire il precariato e la supplentite?
Pubblichiamo alcuni articoli su DDL Scuola, iIl 24 aprile sciopero generale di tutto il personale scolastico: basta tagli, le regole le cambiamo noi e su Pensioni, DEF nel 2015 +1% e incrementi pure per gli anni a seguire, ma dal 2019 inizia la parabola discendente.
E ora sperano in 55mila.
Ieri il Governo ha fornito i dati sul precariato, i posti a supplenza e le posizioni degli aspiranti GaE, esclusi i vincitori di concorso, distribuiti per provincia e classe di concorso.
Le stime sono contenute nel Documento di Economia e Finanza appena emanato dal Mef: previsto anche un incremento dell’1,1% per il 2016, del 2,6% per il 2017 e del 2,9% per il 2018. Poi assisteremo all’inversione di tendenza che sul medio-lungo periodo diventerà consistente, a seguito della riforma Fornero e dell’introduzione del sistema di calcolo contributivo: se nel 2015 la spesa pensionistica rispetto al Pil sarà pari al 15,9%, nel 2050 è stimata al 15%. E dieci anni ancora dopo, nel 2060, sarà scesa ulteriormente al 13,5%.
Gli effetti saranno dirompenti. Il caso della Scuola: solo in Italia si diventa insegnanti in ruolo tardi, in media non prima dei 40 anni, e si va in pensione sempre più tardi. Introducendo il nuovo parametro legato alla speranza di vita, poiché si vive più a lungo, occorre andare in pensione alle soglie dei 70 anni. Eppure la crisi è internazionale e in Germania si può ancora lasciare il servizio prima dei 60 anni e senza decurtazione. In Francia, l’età minima di pensionamento pur essendo stata innalzata è comunque stata fissata a 62 anni. Sulle teste dei lavoratori italiani c’è poi sempre la spada di Damocle delle casse in rosso dell’Inps, che ha accumulato un “buco” da 24 miliardi, e la trattenuta illegittima in busta paga del 2,5% per l’accantonamento del Tfr.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): anziché incentivare il trattenimento in servizio, come vorrebbe l’Ocse, da noi si è davvero esagerato, pensando solo a disincentivare chi è sfinito dalla stanchezza e avrebbe diritto a lasciare il lavoro per fare spazio alle nuove generazioni.
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