Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ricevuto dagli uffici di presidenza congiunti VII Commissione del Senato e VII Commissione della Camera dei Deputati, per spiegare tutti i motivi del dissenso del sindacato sulla riforma ‘La Buona Scuola’.
Le perplessità del sindacato sono state espresse anche da Andrea Marcucci (PD), presidente della VII Commissione Istruzione, che ha chiesto al Governo di trasmettere alla Commissione "una nota ufficiale recante l'indicazione puntuale dei tempi tecnici necessari per garantire, entro l'inizio del prossimo anno scolastico, la completa attuazione del piano straordinario di assunzioni previsto dall'articolo 10 del disegno di legge".
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): si fa sempre più impellente l’esigenza di stralciare le assunzioni dal disegno di legge e far approvare in tempi strettissimi un decreto dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
Pubblichiamo alcuni articoli su Anief al Senato, tutti i precari devono essere assunti subito dallo Stato, non dal preside-manager e intanto in Italia gli alunni con meno competenze, record di abbandoni e Neet.
Anche la scuola avrà presto i primi "esodati", docenti cioè che oggi insegnano e che il prossimo anno, dopo il piano straordinario del governo che prevede 100.701 assunzioni da settembre, non lo potranno più fare. A lanciare l'allarme sono state le associazioni dei docenti precari, sentite ieri in audizione sul ddl Buona scuola, dalle commissioni congiunte (Cultura e Istruzione) di Camera e Senato.
Alcune audizioni presso la VII commissione di Palazzo Madama. Spigolature, anelli al naso, verità di fede.
Il giorno 27 abbiamo udito qualcosa di nuovo: ci sono segnali interessanti ma anche le solite sparate cervellotiche. Al lettore, distinguere quali sono sparate e quali sono segnali di resipiscenza. L’ANIEF è stato audita giovedì 28, prima della pausa per le elezioni.
Lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente Anief, nel corso dell’audizione tenuta a Palazzo Madama, davanti agli Uffici di Presidenza congiunti della VII commissioni di Senato e Camera, presentando la posizione dell’organizzazione sindacale sulla riforma: negli istituti c’è un’insofferenza e una mobilitazione crescente, che neanche i sindacati riescono più a controllare. La scuola non è un’azienda e il dirigente non è il suo padrone, ha spiegato il sindacalista: la norma che amplia i poteri del preside deve essere bloccata e discussa con chi scenderà in piazza, anche questa sera in trenta città, perché ritiene l’istruzione un valore da difendere per tutti i cittadini. Vanno poi allargati i posti su cui immettere in ruolo: ci sono. Anche per i tanti abilitati dopo il 2011 rimasti esclusi. Lo Stato rischia risarcimenti record imposti dai tribunali: ai quali ci rivolgeremo se non saranno assunti.
Pubblichiamo alcuni articoli sul DDL Scuola, oggi Anief audita in VII Commissione Senato: il testo va ritirato e ancora sugli scrutini Giannini chiede senso di responsabilità? Lo dimostri il Governo facendo un passo indietro sulla riforma.
1) “Programma il Futuro”. Al MIUR, il bilancio del primo anno del progetto triennale
Il progetto, che il Ministero ha avviato nell’autunno scorso, ha coinvolto oltre 300.000 studenti di 16.500 classi.
2) “Glorie” del passato
Ricordiamo le proposte avanzate nel 2008, alla Camera (Proposta di legge A.C. 953, riformulata il 18 luglio 2009), dall’On. Aprea.
È la risposta del sindacato agli allarmanti dati pubblicati oggi dall’Ocse: come indicato da un’autorevole ricerca internazionale, la nostra istruzione pubblica stagna in fondo alle classifiche perché i docenti vengono pagati poco e perché hanno classi sovraffollate, a volte ‘pollaio’. Lo stesso motivo per il quale la dispersione scolastica e il numero di ragazzi che non studiano e non lavorano hanno raggiunto quote record.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): occorre incentivare il personale garantendogli uno stipendio dignitoso, iniziando a riportarlo almeno al costo della vita, e metterlo nelle condizioni di lavorare meglio. Riformando i cicli, con la scuola anticipata di un anno ed estendendo a 18 anni l’obbligo formativo, saremmo certi del risultato.
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