Secondo il giovane sindacato le 100mila assunzioni di docenti precari sono un buon inizio, ma non bastano. Uno su tre delle GaE rimarrà fuori, così i tanti candidati idonei a seguito dei concorsi svolti prima del 2012 e forse anche gli idonei dell’ultimo, bandito nel 2012 dall’ex ministro Profumo. Disco rosso pure per gli abilitati della seconda fascia d’istituto, per personale educativo e per gli Ata. Ricorreranno in tribunale contro la cancellazione delle graduatorie non esaurite, per contestare la chiamata diretta e ottenere la stabilizzazione.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il Governo sta cercando di sanare una piaga storica, quella della precarietà, ma le soluzioni sono ancora lontane. I 10 milioni di euro previsti per il 2015 dal disegno di legge di riforma, per risarcire i precari che hanno ricorso in tribunale contro l’abuso dei contratti a termine, sono una cifra a dir poco modesta. Perché copre solo i risarcimenti ottenuti dai legali dell’Anief nei più dei 400 giudizi già affrontati. Mentre, ancora si devono attendere pronunce per altri 4.000 ricorrenti, sempre tutelati dal giovane sindacato. Inoltre è assurdo lasciare fuori dalle assunzioni coloro che fanno parte delle liste d’istituto o che si sono abilitati con TFA, PAS, diploma magistrale, cancellati o mai inseriti: hanno conseguito l’abilitazione con lo stesso percorso didattico e le stesse selezioni in entrata e in uscita. La loro colpa? Vivere in un Paese che riconosce l’abilitazione per insegnare solo ad anni alterni.