Domani alle ore 15 incontro informativo per fare chiarezza sulla vicenda con i nostri esperti
Domani alle ore 15 incontro informativo per fare chiarezza sulla vicenda con i nostri esperti
Il decreto 66/2017 aveva già abrogato le disposizioni precedenti. Il caos era già evidente.
Il Tar Lazio, con sentenza n. 9795 del 14 settembre 2021, ha annullato il decreto Interministeriale (Istruzione ed Economia) numero 182 del 2020 recante l’adozione del modello nazionale di PEI e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità per illegittimità.
Domani è il battesimo dell’anno scolastico in altre due regioni italiane: centinaia di migliaia di studenti riprenderanno le lezioni in presenza in tutte le province siciliane e friulane. Rimangono ancora senza scuola gli alunni di Puglia e Calabria, dove le giunte regionali hanno fissato il ritorno in classe lunedì 20 settembre. Sia domani, sia lunedì prossimo, saranno altre due giornate contrassegnate dallo sciopero Anief.
“Chiediamo a tutto il personale, di ruolo e precario, di fermarsi nella prima giornata delle attività didattiche. Comprendiamo il disagio, ma era necessario inviare un messaggio importante a chi governa il Paese e la Scuola pensando che con il Green Pass è tutto risolto. Invece, le cose non stanno così perché sappiamo bene che solo un quarto degli alunni è vaccinato ed in ogni caso la somministrazione del vaccino, anche doppia, non protegge dal contagio da Covid. Lo sciopero a questo serve: a chiedere di sdoppiare le classi, a rispettare almeno un metro di distanziamento sociale e i quasi 2 metri quadrati previsti dal DM del 18.12.1975 ma di cui non si tiene conto in quasi nessuna scuola, oltre che a trasformare gli organici di fatto in diritto, aumentandone la capienza e confermando quelli Covid del 20210/21. Riteniamo anche importante introdurre con una legge i salivari periodici in ogni istituto, così da avere quel tracciamento dei contagi di cui tutti parlano ma che poi nei fatti non si è mai realizzato. Senza queste disposizioni, possibili attraverso i finanziamenti del Pnrr, il destino è segnato: basta dire che la dad è già tornata in alcuni istituti dell’Alto Adige. Infine, scioperiamo per i tanti supplenti che hanno lavorato 24-36 mesi e che l’UE e la Corte di Giustizia europea dicono di stabilizzare, oltre che per degli stipendi che necessitano come non mai di 300 euro di aumento”.
Oggi, primo giorno di scuola in Liguria, la campanella non ha suonato in alcuni plessi in quanto il personale scolastico ha deciso di aderire allo sciopero indetto da Anief
Dovranno partecipare ai corsi anche i supplenti annuali. Anief: ribadito il no all’obbligatorietà e alla formazione fuori dall’orario di servizio. Se il MI non torna sui propri passi si rischia un contenzioso massiccio
Nel bocciarlo, il Tribunale regionale ha anche censurato gli atti amministrativi che avrebbero portato a un taglio negli organici di 5 mila insegnanti per ragioni finanziarie, oltre che l'introduzione di un nuovo modello del piano educativo individualizzato privo di regole sulle nuove certificazioni, l'esclusione di famiglie e di esperti dal GLO. Anief rilancia la decima edizione della campagna gratuita #nonunoradimeno, al fine di garantire ad ogni alunno con disabilità le ore settimanali di sostegno richieste dalle scuole come da consolidata giurisprudenza.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la politica dei tagli e delle regole non concertate ha trovato ancora una volta la barriera del giudice: non si possono imporre nuove norme, orientate al risparmio, alla burocratizzazione delle certificazioni e alla medicalizzazione dell’offerta formativa, come ha fatto il ministero dell’Istruzione. La sentenza del Tar del Lazio – conclude il sindacalista autonomo - deve fare riflettere chi governa la scuola in modo unilaterale e senza pensare alle conseguenze di quello che porta avanti”.
A questo punto, servono urgenti chiarimenti da parte dell’amministrazione centrale, perché “non esiste più il nuovo modello di Pei – scrive la stampa specializzata -, perché le scuole si troveranno davanti alla difficoltà di applicazione della norma. Ci si chiede se adesso ci troveremo di fronte ad un vuoto normativo su una questione importante. Tanto più che entro fine di ottobre, in base al dl 76 del 2017, le scuole avrebbero dovuto approvare i nuovi modelli”.
Anief: lo abbiamo denunciato, inutile il green pass, per questo abbiamo scioperato; fino a quando non si sdoppiano le classi, il ritorno in presenza sarà insicuro e poco sostenibile in assenza del rispetto delle regole sul distanziamento. Servono test salivari periodici e domestici e una nuova politica di tracciamento dei contagi.
Hanno un nome le tre scuole dell’Alto Adige dove in alcune classi è già tornata la didattica a distanza, per casi di positività tra alunni oppure professori, pochissimi giorni dopo l’inizio delle lezioni in presenza: gli istituti dove le classi sono state messe in quarantena si trovano a Bolzano e sono frequentate da alunni che vanno dalla primaria alle medie. Comincia ad essere evidente che le rassicurazioni del ministro dell’istruzione sul mantenimento delle attività didattiche in presenza, senza tornare alla dad, debbano fare i conti con delle varianti del virus particolarmente potenti, ma soprattutto con l’inerzia di chi governando la scuola aveva la possibilità di aumentare gli spazi delle aule, dimezzare il numero di alunni per classi, incrementando invece quello di docenti e personale Ata. Tutto questo non è stato fatto e la dad è la conseguenza naturale.
“La verità – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che venendo meno il distanziamento minimo tra gli allievi, ci ritroviamo con una sicurezza inferiore all’anno passato. Perché il vaccino non scherma in maniera assoluta dai contagi, mentre è inevitabile che i rischi di contrarre il Covid siano altissimi rispetto agli attuali spazi. Le condizioni di sicurezza non possono essere solo legate alla mascherina e alla vaccinazione di un quinto delle persone - tra alunni, docenti e personale - che stazionano a scuola per diverse ore al giorno. Si era parlato molto anche di sistemi di aerazione meccanici, che avrebbero permesso un ricambio d’aria maggiore, ma nemmeno questo è stato fatto, tranne in rarissimi casi. Anche i tamponi diagnostici per i non vaccinati sono stati depotenziati. E pure i monitoraggi, da realizzare con i test salivari su alunni e personale, non decollano: si realizzeranno per iniziative degli enti locali, creando pure discriminazione tra studenti e personale. Noi continuiamo a denunciare queste scelte sbagliate: ecco perché anche oggi – conclude Pacifico - scioperiamo in 5 regioni, sempre nel primo giorno di scuola”.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.