Secondo il sindacalista autonomo, la richiesta del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione di valutare gli alunni della primaria con un giudizio riportato nel documento di valutazione e non con la votazione espressa in decimi “va presa in seria considerazione:il voto in decimi, in questo momento sociale e individuale davvero particolare, va evitato: rappresenta una classificazione troppo rigida e razionale rispetto al contesto. Ancora di più perché a determinare la valutazione dell’alunno saranno una lunga serie di fattori, formativi e non sommativi, molto più riconducibili ad un giudizio che un freddo voto numerico”.