"Sul sostegno agli alunni disabili, il ministero dell'Istruzione continua a navigare a vista, con ritardi ingiustificati ed evidenti effetti negativi sulla qualità dell'insegnamento"
L’anno scolastico è al giro di boa, con tantissimi studenti alle prese in questi giorni con le verifiche di fine quadrimestre. Il paradosso è che ci sono diverse scuole che devono ancora definire i Consigli di Classe, perché ci sono ancora migliaia di cattedre di sostegno in deroga e in certi casi addirittura ancora affidate a supplenti temporanei, in attesa della stipula del contratto annuale da far sottoscrivere ad un altro collega precario. Molte cattedre, quindi, spuntano dall’organico di fatto o a seguito delle sentenze dei giudici. Eppure si aveva cognizione della loro consistenza già dalla scorsa estate. Con il risultato che gli Uffici scolastici continuano a produrre decreti con ulteriori posti di sostegno: in questi giorni di inizio 2020 hanno convocato, per la stipula di contratti fino al 30 giugno prossimo, gli Uffici di Torino, Bari, Brindisi e Taranto. A dicembre le convocazioni erano state prodotte da Pescara, Monza, Lodi, Lecco, Massa Carrara, Mantova.
Marcello Pacifico (Anief): “Si continua a compiere un’ingiustizia di Stato. Le famiglie si rivolgono poi ai tribunali e vengono risarcite di mille euro per ogni mese in cui lo studente non ha avuto l’insegnante di sostegno. Ma i soldi non rincuorano le famiglie, con i soldi non viene ripristinato il diritto di un alunno ad avere l’istruzione come tutti gli altri”.
È notevole lo scoramento del settore per i contenuti presenti nel decreto sulle “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”: il giovane sindacato predispone una serie di emendamenti per chiedere modifiche su una serie di problemi irrisolti.
Tra gli argomenti affrontati da Anief, attraverso gli emendamenti al testo già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, figurano la mobilità straordinaria, il concorso per dirigenti scolastici, la riapertura delle GaE, l’attivazione della “call veloce” anche da graduatorie di istituto, la conferma delle immissioni in ruoli con clausola rescissoria, l’assunzione del personale Ata dimenticato, l’estensione del concorso riservato per Insegnanti di religione cattolica, oltre che per Infanzia e Primaria, la validità del servizio svolto nella scuola paritaria e negli Iefp, l’organico di sostegno tutto di diritto, il salvataggio degli assistenti amministrativi che per anno hanno assunto il delicato ruolo di facenti funzioni Dsga, le disposizioni per dirigenti tecnici, ricercatori universitari, personale estero, comandi. Scarica tutte le quindici proposte.
Il primo gruppo di emendamenti riguarda la proroga di provvedimenti su Scuola, università e ricerca con proposte di modifica all’articolo 6, mentre un secondo gruppo interviene per un migliore funzionamento dell’amministrazione scolastica di cui all’articolo 18.
La prima riguarda l’ultimo concorso con la richiesta di una mobilità straordinaria per i duemila presidi neo-assunti nella prima procedura nazionale, per favorire il rientro nelle regioni di residenza, e dello scorrimento delle graduatorie di merito per i cinquecento idonei. L’altra riguarda due temi cari a tutti quelli in servizio: la sicurezza e la valutazione. Il giovane sindacato chiede l’esonero dalla responsabilità penale e civile per lo stato degli edifici e da una valutazione non discussa con l’intera categoria e diversa dalle altre aree dalla dirigenza. Consulta la memoria.
Il Ministero dell'Istruzione subisce due nuove pesanti sconfitte in Corte d'Appello contro i legali Anief e viene condannato a riconoscere nella ricostruzione di carriera immediatamente e per intero tutto il servizio svolto durante il precariato applicando, anche, il previgente gradone stipendiale 3-8 anni. Marcello Pacifico (Anief): “Necessario adeguare la contrattazione interna alle direttive comunitarie. Stop a qualsiasi discriminazione a discapito dei precari”. Al via le assemblee in orario di servizio organizzate dall'Anief per informare tutti i lavoratori anche riguardo la possibilità di proporre ricorso per ottenere il riconoscimento integrale degli anni di precariato nella ricostruzione di carriera.
Si fa sempre più buio sulla nuova regolamentazione dei servizi minimi essenziali da garantire nel nuovo comparto Istruzione e Ricerca durante gli scioperi: a distanza di un mese dall’ultimo incontro, i sindacati sono tornati a confrontarsi e hanno trovato sul tavolo una nuova bozza di pre-intesa praticamene irricevibile. L’amministrazione pubblica, infatti, vorrebbe predefinire un determinato numero di ore e giorni di sciopero l’anno, da computare però non sul singolo lavoratore, ma su ogni singola classe: il problema è che una volta superata quella soglia, tale divieto scatterebbe per tutti i docenti che insegnano in quella classe, anche per quelli che non hanno mai aderito allo sciopero. Poi, rimangono in piedi diverse altre novità “a perdere”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, l’idea proposta non può nemmeno essere presa in considerazione: “Come si fa a proporre un definito numero di ore di sciopero svolto all'interno della singola classe, da trasformare in giorni, con un tetto oltre il quale nessun lavoratore di quella classe potrebbe più aderire ad azioni di sciopero, neanche se non l’ha mai fatto nel corso dell'anno? In questo modo, in un colpo solo si comprime il diritto individuale a dare l’assenso ad azioni di sciopero che si ritengono corrette, e si lede anche il diritto dei sindacati a indire azioni di sciopero nell'intero anno, così violando non solo la Costituzione italiana, ma anche la normativa UE sui diritti sindacali”.
Il ricorso sarà presentato presso il Tar del Lazio. Per preaderire, clicca qui
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