Anief conferma i ricorsi in tribunale di migliaia di precari tra i tanti esclusi: insegnanti della scuola primaria e infanzia, educatori, docenti di religione cattolica, delle paritarie e dei corsi regionali, ancora precari con due anni di servizio, personale Ata. Ecco tutti quelli che chiederanno giustizia al Tar Lazio per un provvedimento che non risolve la supplentite. Qui il testo del decreto pubblicato in G.U.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, l'ultimo provvedimento poteva tentare ci cominciare a risolvere il problema del precariato. Ma ora ci troveremo con il caos che genereranno ben otto graduatorie da utilizzare per assumere in ruolo. Chiederemo al nuovo ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina di ascoltarci per risolvere una volta per tutte un problema che delude famiglie e lavoratori.
Dopo le dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti, il premier Giuseppe Conte deve a questo punto trovare altri 4 miliardi nel DEF di primavera, così da allineare gli stipendi al costo della vita di un milione e 300 mila insegnanti, amministrativi dell'istruzione, università e ricerca. Inoltre, l'elemento perequativo che assicura i compensi medio-bassi, con finanziamenti annuali, deve diventare strutturale. Soltanto allora potremo iniziare a parlare di buste paga nella scuola più vicine alla media europea, assieme a quelle degli altri dipendenti pubblici.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega che “sono le risorse utili a recuperare il gap con l'aumento del costo della vita, rispetto all'inflazione registrata dal 2008, e orientare nella scuola gli stipendi alla media europea: l’aumento necessario è di 10 punti percentuali, che vada oltre le risorse messe nella prima legge di bilancio del nuovo Governo, ora praticamente raddoppiate ma ancora insufficienti. Ecco perché l’Anief, che ha sempre sostenuto l’esigenza di introdurre aumenti medi netti mensili di 240 euro, sia in occasione delle audizioni tenute in Parlamento sia dell’ultimo sciopero e sit-in a Montecitorio, chiede ora al Governo un preciso impegno di legislatura”.
Il presidente Marcello Pacifico invia i migliori auguri di buon lavoro da Anief, il sindacato della scuola da poco certificato dall’Aran come nuovo sindacato rappresentativo, ai neo-ministri Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi: “Siamo certi che le esperienze lavorative e sindacali che hanno vissuto li porteranno ad ascoltare chi ogni giorno presta il suo servizio per il Paese e li porteranno a dare la giusta valorizzazione a un settore che fino ad oggi ha penalizzato i tanti docenti e amministrativi della scuola, dell'Afam, dell'Università e della Ricerca. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, quale forza sociale al servizio dello Stato senza dimenticare la tutela, il culto e l'amore per il diritto”.
"Non vogliamo discettare sulle ragioni di Fioramonti, sta ai suoi compagni di maggioranza trarne le conseguenze. Chiediamo invece al presidente del Consiglio che agisca con chiarezza: quella a cui non si è mai sottratto. Chiarezza su cosa intende fare il suo governo nel resto della legislatura per la scuola, l'università e la ricerca, settori strategici per il Paese, chiarezza su chi dovrà portare avanti in seno al Consiglio dei ministri questa politica con autorevolezza e con un programma di largo respiro che sia immune dalle continue emergenze economiche". A dirlo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
"L'Italia non può continuare a costringere a rimanere al lavoro addirittura chi ha versato più di quarant'anni di contributi. Quota 41 anni di contributi è il minimo che si possa approvare. Nella scuola, inoltre, bisogna assolutamente riconoscere il fatto che l'insegnamento comporta in percentuale molto elevata il burnout, con costi sociali in progressiva crescita: ancora di più perché l'Oms ha inserito recentemente il burnout nell'elenco dei disturbi medici". A dirlo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
"E' bene dunque - sottolinea - che l'insegnamento venga collocato nella lista delle professioni gravose, oggi limitate a 11 lavori, così da fare accedere i docenti all'ape social, la quale permette di anticipare l'accesso al pensionamento di quasi quattro anni, senza particolari decurtazioni, rispetto ai 67 anni introdotti con l'assurda legge Fornero".
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