Appello Anief: considerare anche l’insegnamento per aprire una finestra come per il personale delle forze armate e comunque permettere il pensionamento a 63 anni senza penalizzazioni. In questo modo si riconoscerebbe il bornout e si abbasserebbe l'età media più vecchia del mondo tra i docenti in servizio, dichiara Marcello Pacifico, che ha inviato in passato una lettera specifica al MEF per conoscere i dati clinici denunciati.
La lista delle professioni gravose potrebbe allungarsi, rispetto a quella attuale limitata a 11 lavori. La Legge di Bilancio, ad un passo dall’approvazione finale, prevede infatti la costituzione, entro fine gennaio, di due commissioni tecniche: una sulla previdenza che si dovrà occupare dei lavori gravosi e un’altra che si occuperà della spesa pensionistica e assistenziale, in rapporto anche a quanto succede in altri Paesi. Il sindacato ritiene che questa è l’occasione buona per includere tra le categorie di mansioni ritenute gravose, l’insegnamento a tutti i livelli, non solo quello della scuola dell’Infanzia. Lo dicono le più recenti indagini e conclusioni scientifiche sullo stress da lavoro correlato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quella di considerare gravoso solo il lavoro delle maestre che operano con bambini fino a sei anni è una scelta priva di motivazioni valide, se non derivanti dalla necessità di limitare la spesa previdenziale e quindi di risparmiare soldi pubblici sopprimendo i diritti dei cittadini lavoratori. Stiamo parlando di una posizione scellerata, perché è ormai scientificamente acclarato da tutti gli organismi internazionali più accreditati che l’insegnamento debba essere collocato tra le professioni gravose. Il nostro sindacato ha di recente presentato un emendamento alla Legge di Bilancio 2020, proprio avvalendosi dei più recenti risultati derivanti dagli ‘studi sullo stress da lavoro correlato e burnout’, in Italia condotti dal dott. Vittorio Lodolo D’Oria, chiedendo di allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista solo per i maestri dell’infanzia. Adesso, la costituzione di una commissione ad hoc potrebbe essere l’occasione buona per accogliere la nostra proposta”.