La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del relativo decreto è attesa ormai a breve, anche perché sta tardando rispetto ai tempi annunciati. Ogni aspirante sarà graduato secondo una tabella titoli (60% del punteggio) e il risultato di una prova orale “di natura didattico-metodologica” (40% del punteggio) valutata da una commissione”. Per la valutazione della prova orale e dei titoli la Commissione avrà a disposizione un punteggio massimo pari a 40 punti per la prima e a 60 punti per i secondi. La prova orale non prevede un punteggio minimo e “non è selettiva”. Gli aspiranti al ruolo saranno “ammessi ad un percorso costituito da un unico anno disciplinato al pari del terzo anno del percorso FIT su un posto vacante e disponibile e con un contratto di supplenza annuale.
L’Anief ha rilevato sin dalla pubblicazione del D.lgs. 59/2017 una serie di incongruenze, tra cui l’illegittimità dell’esclusione di numerose categorie. Tra gli esclusi, ci sono gli insegnanti tecnico-pratici (ITP) non inseriti nelle GaE o nella seconda fascia delle GI entro il 31 maggio 2017 (data di entrata in vigore del d.lgs. 59/2017) ma che sono stati inseriti solo successivamente in tali graduatorie in virtù dell’accoglimento di specifici ricorsi. Risultano esclusi pure i docenti in possesso di diploma di Conservatorio o di Belle Arti, come anche gli abilitati all’estero ancora in attesa di riconoscimento del titolo e gli abilitati con diploma Isef. Risulterebbero fuori gioco anche gli abilitati con diploma magistrale o laurea in Scienze della Formazione Primaria: per loro non è stato nemmeno preso in considerazione l’avvio di un concorso riservato per i posti della scuola dell’infanzia e primaria. Infine, come già avvenuto per il concorso docenti 2016, è probabile che il servizio prestato su sostegno sia valutato solo per la specifica procedura concorsuale (quella riservata agli specializzati) e non verrà preso in considerazione per chi concorre per una o più classi di concorso.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministero dell’Istruzione ha ancora una volta fatto di testa sua, non tutelando i diritti di diverse categorie di precari. Il ricorso ai giudici sarà inevitabile, per porre rimedio all’illegittima esclusione di coloro che hanno diritto a partecipare al concorso previsto dalla cosiddetta ‘Fase transitoria’ per abilitati e consentire la valutazione corretta di tutto il servizio prestato, anche quello su sostegno.
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