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Le organizzazioni sindacali Anief, Cub-Sur, Orsa Scuola, Sab, Unicobas Scuola, Usb PI- Scuola e Usi Scuola hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria, e hanno organizzato, per la settimana dal 5 al 10 novembre, in concomitanza con la discussione in Parlamento degli emendamenti al testo della Legge di stabilità, l'iniziativa di lotta 'Profumo di didattica’: assemblee dei lavoratori, con studenti e genitori, didattica alternativa e astensione da ogni attività aggiuntiva non obbligatoria, presìdi ed iniziative locali. Motivo della protesta il "gravissimo attacco alla scuola pubblica Statale portato avanti dal Governo Monti, prima con la spending review e ora con la Legge di stabilità".

L'Usb, l'Unicobas, l'Usi, L'Orsa e il Sab intendono mantenere la propria iniziativa di sciopero generale dei lavoratori per il 16 novembre con manifestazione nazionale a Roma e si riservano, "vista la situazione generale dei lavoratori di tutte le categorie e nel caso le Confederazioni Generali individuassero una data diversa di mobilitazione nazionale, di conformare date e iniziative, coscienti dell'attacco su tutti i fronti ai lavoratori della Scuola. Tutte si impegnano insieme all'Anief e alla Cub-Sur a individuare un'ulteriore data largamente condivisa, che possa garantire la massima partecipazione dei lavoratori". 

Fonte: Tuttoscuola

 

Dopo appena due mesi, arriva la seconda bocciatura dell’Europa sui 140mila precari della scuola: se a novembre la presa di posizione dura della Commissione europea era arrivata sollecitata da un giudice di Napoli, stavolta a richiedere l’intervento di Bruxelles è la Corte costituzionale italiana, che nella primavera dell’anno scorso ha stoppato un ricorso rinviandolo alla Corte di giustizia europea. E, come da prassi, la Corte ha richiesto il parere della Commissione europea. Che puntualmente è arrivato, e ha dato una nuova stangata al governo italiano.

CONTRATTI A TERMINE SENZA LIMITI - La Commissione si chiede se «per garantire una certa flessibilità negli organici della scuola per far fronte, senza oneri eccessivi per lo Stato, a variazioni imprevedibili della popolazione scolastica sia veramente necessario autorizzare l’amministrazione a ricorrere a una successione di contratti a termine senza alcun limite quanto al numero dei rinnovi contrattuali e alla durata complessiva del rapporto. Ben si potrebbe - continua la Commissione - in effetti realizzare tale obiettivo anche prevedendo un numero massimo di rinnovi del contratto concluso con ciascuna unità di personale temporaneo o fissando un tetto massimo alla durata di detto contratto».Chiamata in causa per giudicare se la normativa italiana è aderente ai principi europei, la Commissione sostiene che«in tali circostanze non sembra si possa ritenere che la legislazione italiana sul reclutamento del personale docente e Ata a termine contenga criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare, in concreto, se il rinnovo dei contratti in questione risponda effettivamente a un’esigenza reale, sia atta a raggiungere lo scopo perseguito». Quindi, «il ricorso a contratti a termine successivi per la copertura di vacanze in organico che tale legislazione consente non può pertanto considerarsi giustificato da ragioni obiettive come previsto dalla clausola 5, punto 1, lett. a), dell’accordo quadro».

UN ALLEATO PER I SINDACATI - «È dal 1970 che l’Italia abusa del precariato», ammonisce Marcello Pacifico (Anief-Confedir), «oggi è venuto il momento di dire basta». Il governo italiano, osserva l’Anief, «farebbe bene a tener conto di queste indicazioni della Commissione europea. Non si può continuare a lasciare precario il personale in presenza di diverse decine di migliaia di posti vacanti e disponibili». Soddisfatta la Gilda degli insegnanti, che rileva come i precari oggi abbiano un altro alleato, la Commissione europea: « La legislazione italiana, violando la direttiva comunitaria numero 99, consente il rinnovo dei contratti a tempo determinato per coprire le vacanze nell’organico docente e Ata in attesa della procedura concorsuale, senza però sapere se e quando il concorso si svolgerà. Ed è proprio su quest’ultimo punto che la Commissione europea punta l’indice, sottolineando che la reiterazione dei contratti a tempo determinato avviene senza prevedere alcun criterio obiettivo e trasparente per verificare che il rinnovo risponda a un’esigenza temporanea reale».

LA DIFESA DEL MIUR E I RISCHI PER L’ITALIA - Ma cosa farà adesso il ministero dell’Istruzione, chiamato direttamente in causa? Dal Miur arriva la conferma che anche stavolta, come due mesi fa, verrà preparata una sorta di memoria difensiva, per spiegare che il governo italiano non sta ignorando il problema dei precari, ma sta procedendo a stabilizzarli, compatibilmente con le esigenze del sistema e le risorse disponibili. Se la Corte di giustizia non dovesse accettare queste «giustificazioni», l’Italia rischierebbe un ricorso per inadempimento, e sanzioni economiche pesantissime.

Fonte: Corriere della Sera

 

Le graduatorie provinciali per il reclutamento dei docenti sono state trasformate in "graduatorie ad esaurimento" nel 2006. Da allora il mantra di Ministri e governanti è stato quello di svuotarle per dare avvio ad una nuova stagione di reclutamento. Sono trascorsi 8 anni e le graduatorie ad esaurimento, un po' sfoltite, sono ancora in piedi. Chi sarà il Ministro che avrà l'onore di dire: ce l'ho fatta?
Letta. Reclutamento nuovi insegnanti con concorsi triennali, riformare cicli scolastici e valutazione del merito

La legge 296/06 ha trasformato le graduatorie provinciali dei docenti (utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo, nonchè per le supplenze al 30 giugno o 31 agosto) da permanenti in "ad esaurimento", affiancando a tale innovazione un piano straordinario di 150.000 immissioni in ruolo, che avrebbe dovuto perlomeno scalfire il fenomeno del precariato.
Graduatorie chiuse a nuovi inserimenti dunque, da esaurire nel più breve tempo possibile. Nel frattempo la legge 169/08 inserisce nelle graduatorie i docenti abilitati con il IX ciclo Ssis, i laureati in Scienze della formazione primaria, i corsi biennali abilitanti di II livello ad indirizzo didattico (Cobaslid), attivati nell'anno accademico 2007/08, i docenti del primo corso biennale di II livello presso i Conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati per le classi A031 e A032, i docenti in possesso di abilitazione o idoneità rilasciato da uno degli Stati Europei, e permette l'ingresso con riserva per gli iscritti nell'a.a. 2007/08 al corso di Laurea in Scienze della formazione primaria e ai corsi quadriennali di Didattica della musica per A031 e A032.

Nel 2012 è stata poi disposta una fascia aggiuntiva alla III, che comprende i docenti che si sono abilitati negli anni accademici 2008/09, 2009/10 e 2010/11 a seguito della frequenza :

dei corsi biennali abilitanti di secondo livello presso le Accademie di Belle Arti (COBASLID);
del secondo e del terzo corso biennale di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale (classi di concorso A031-A032) e di strumento musicale (classe di concorso A077);
dei corsi di laurea in Scienze della formazione primaria.
Questi sono stati gli ultimi inserimenti. Finora qualsiasi richiesta in tal senso è stata respinta.
Graduatorie ad esaurimento: no a nuovi inserimenti insegnanti di Musica. Impegno del Ministro a ripensare abilitazioni e reclutamento
Graduatorie ad esaurimento out per laureati in Scienze della formazione primaria non inclusi con riserva
25.000 docenti con titolo di sostegno sono esclusi dalle graduatorie ad esaurimento
Sono invece andati a buon fine alcuni ricorsi individuali per il reinserimento nelle graduatorie, dopo esserne stati esclusi per varie problematiche
Graduatorie ad esaurimento: tribunale riammette docente cancellato per non aver presentato domanda di aggiornamento
Graduatorie ad esaurimento: consiglio di Stato riammette "ex congelata Ssis"
Le graduatorie ad esaurimento, dicevamo, sono utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo (il rimanente 50% dalle graduatorie dei concorsi). Il sindacato Anief ne chiede la riaperturaper i docenti abilitati selezionati con Tfa, agli idonei al concorso a cattedra e ai laureati in scienze della formazione primaria, in virtù del fatto che in Italia solo lo 0,1% degli insegnanti ha meno di 30 anni, il 60% più di 50.
Le immissioni in ruolo dei docenti negli ultimi anni hanno smaltito le graduatorie? Non ancora. I dati più aggiornati saranno presentati in occasione dell'aggiornamento delle graduatorie previsto per il 2014, ma basta scorrere gli elenchi del 2013 per comprendere che siamo ancora lontani dall'obiettivo.
Il premier Letta ha posto questi obiettivi per il documento Impegno Italia

confermare la chiusura definitiva delle graduatorie a esaurimento (ndr significa che le graduatorie ad esaurimento saranno svuotate, con l'assunzione di tutti coloro che vi sono attualmente inseriti e che possono aggiornare ed eventualmente modificare la provincia ogni triennio. Non sono previsti nuovi inserimenti. Prossimo aggiornamento previsto per la primavera 2014 )
avviare corsi universitari abilitanti calibrati sul fabbisogno effettivo;
indire concorsi a cadenza triennale.
Come? I primi segnali sono le immissioni in ruolo aggiuntive su sostegno (prima tranche 4.447 per il 2013/14), e il piano di immissioni in ruolo previsto per il 2014/15
Non vogliamo aggiungere altro. Chi pensa che sarà il Governo Letta a poter scrivere la parola "fine" sulle graduatorie ad esaurimento?
Letta. Reclutamento nuovi insegnanti con concorsi triennali, riformare cicli scolastici e valutazione del merito

Fonte: Orizzonte Scuola

 

Categorica la Flc Cgil: “Il fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa (MOF) non si tocca, in pericolo l’autonomia scolastica. Il Parlamento è con noi”. Di tutt’altro avviso Cisl, Uil e Gilda: quei 200 milioni di euro non sono il ‘tesoretto’ dei presidi, devono tornare nelle tasche dei lavoratori, “i corsi di recupero non peggiorano né migliorano l’offerta formativa”. Per Anief toccare il MOF significa avallare l’idea che gli aumenti di stipendio non siano ormai più materia contrattuale.

Insomma, sono arroventati più che mai i toni con cui in questi giorni i rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali della scuola hanno commentato l’indugio con cui il ministro dell’Economia Saccomanni si sta occupando della faccenda scatti di anzianità. L’oggetto del contendere è il congruo gruzzolo di soldi tornati a via XX Settembre dalle scuole che, per esempio, non hanno attivato i corsi di recupero. Su questo ‘tesoretto’ - che secondo quanto ci ha detto il responsabile di Uil Scuola Massimo Di Menna ammonta a non meno di 200 milioni di euro - sono catalizzate, infatti, gran parte delle speranze delle centinaia di migliaia di lavoratori che aspettano il pagamento degli scatti di stipendio relativi al 2012 e 2013.

Per Mimmo Pantaleo, Flc Cgil, non è nemmeno lontanamente pensabile stabilire un nesso tra le due cose: “Per il pagamento degli scatti 2012-13 bisogna che il Governo stanzi risorse aggiuntive. Non siamo disponibili a un accordo che intacchi ancora una volta i soldi destinati alle scuole per corsi di recupero o innovazione didattica: questo peggiorerebbe in modo drammatico l’offerta formativa dei nostri istituti e costringerebbe tantissimi lavoratori a lavorare gratis. Senza mezzi termini noi della Flc Cgil chiediamo un atto di indirizzo al Governo con cui si trovino risorse aggiuntive. La nostra posizione è ampiamente condivisa dal Parlamento. Bisogna essere chiari: se si tocca di nuovo il MOF salta completamente l’autonomia scolastica”.

Marcello Pacifico, Presidente Anief, che questa volta è in sintonia con la Cgil, non perde l’occasione per rimproverare i sindacati rappresentativi di non battersi a sufficienza perché gli scatti, che sono materia contrattuale, tornino a dipendere dal rinnovo contrattuale e non da risorse che sono destinate a un altro scopo. “Fino al 2009 – precisa - i soldi per gli aumenti venivano decisi in Finanziaria. Adesso accettare che vengano presi dai fondi destinati agli istituti significa indebolire ulteriormente la contrattazione della scuola. E’ legittimo, per carità, voler accontentare i lavoratori mettendo subito qualcosa di più in busta paga, ma questa dinamica alla lunga si rivelerà molto controproducente”.

Di tutt’altro avviso la Gilda: “Se quei soldi non saranno presto disponibili per rispondere alle legittime attese dei lavoratori e i tempi si allungheranno ancora – ci ha detto Fabrizio Reberschegg - andremo allo sciopero. Sappiamo che l’atto di indirizzo è già stato firmato dalla Carrozza, manca solo il sigillo del MEF. Su una cosa teniamo a essere chiari: questi 200 milioni non sono un ‘tesoretto’ dei presidi, non possono essere spesi per coprire i costi della figure di gestione, ma sono soldi dei lavoratori e a loro vanno restituiti sotto forma di scatti”. E ci ricorda che i compensi dei coordinatori di classe, dei collaboratori del preside e così via vanno da un minimo di 3000 a un massimo di 7000 euro lordi l’anno. Che non sono proprio spiccioletti. Il Dirigente Gilda è forte del sondaggio fatto lo scorso anno: “L’80% dei lavoratori si è dichiarato favorevole all’utilizzo di quei soldi per gli scatti, un dato che non lascia spazio ad interpretazioni: sanno benissimo che i corsi di recupero non migliorano né peggiorano l’offerta formativa di un istituto”. La loro soddisfazione economica invece sì, sottintende, e conclude: “Se ha a cuore i corsi di recupero e le figure di gestione il Governo intervenga con un fondo specifico. Spesso ci si dimentica anche che ormai i collaboratori del preside non sono più nemmeno eletti dai collegi, ma nominati”.

Anche Di Menna, Uil, è preoccupato per questo ritardo del Governo, ma è molto bravo a sfumare e pensa che qualcosa, al netto della cifra che occorrerà per assicurare il pagamento degli scatti, possa restare anche al MOF.

Fonte: Orizzonte Scuola

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti