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Una due giorni dedicata al mondo della scuola è stata organizzata dall'Anief a Taormina, presso l'Hotel Villa Diodoro. Nel programma dei lavori spicca, nella mattinata di sabato 18 gennaio (dalle ore 9 alle 14), un seminario di studio, articolato in più sezioni, che verterà principalmente sulla “Legislazione scolastica” (dimensionamento, spending review, stabilizzazione, blocco contratti, tfr/tfs, pensioni, D.L. 104/2013 ed altro) alla luce delle ultime novità normative per il personale precario e di ruolo.

Il seminario, rivolto a docenti, personale Ata, dirigenti e direttori dei servizi generali ed amministrativi, sarà curato, oltre che da esperti del settore, dal presidente nazionale Anief, prof. Marcello Pacifico. La mattinata proseguirà con un workshop su “Il ruolo delle Rsu nella contrattazione integrativa” (Rls e sicurezza, Fondo d’Istituto, contrattazione integrativa ed altro), rivolto alle Rsu di tutte le sigle sindacali del comparto scuola ed ai dirigenti, a cura dei dsga, dott. Leonardo Gesù e dott. Giuseppe Capuana e con la presenza, in qualità di ospite, della dott.ssa Caterina De Luca, responsabile relazioni sindacali dell’ufficio di gabinetto del Miur, che curerà parte dei lavori con un interessante intervento di alto profilo tecnico-giuridico. Il seminario – gratuito per tutti – prevede l’esonero dal servizio ed il rilascio di un certificato di partecipazione. A seguire si aprirà l’assise per lo svolgimento del Congresso Regionale per il rinnovo delle cariche statutarie con la partecipazione di tutte le componenti del direttivo regionale Anief, dei delegati ed osservatori designati, oltre alla presenza dei legali territoriali nonché di tutti gli iscritti che vorranno prendere parte.

L'Anief è un'associazione sindacale e professionale nazionale, qualificata dal Ministero dell’Istruzione per la formazione del personale scolastico. La segreteria provinciale e regionale dall'Anief è coordinata dalla prof.ssa Bernadette Arrigo. Rosario Trischitta, consigliere comunale e capogruppo di maggioranza a S. Alessio Siculo, si è adoperato affinché l'importante appuntamento si tenesse in provincia di Messina e in particolare nella fascia jonica.

Fonte: SikilyNews

 

Appello al Ministro Carrozza: aprire le graduatorie ai giovani abilitati.

«L’Italia è il Paese con meno giovani docenti di tutta l’area Ocse: solamente lo 0,1% dei nostri insegnanti di ruolo ha meno di 30 anni. Mentre il 60% ha più di 50 anni, contro una media Ocse del 36%. Se si vuole invertire questo triste doppio primato occorrono interventi urgenti e mirati. Ad iniziare dall’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento dei circa 11mila nuovi abilitati con il Tfa ordinario, dei 7mila laureati risultati idonei all’ultimo concorso a cattedra ancora non immessi in ruolo e delle tante migliaia di ragazzi e ragazze che ogni anno si laureano in scienze della formazione primaria».

A chiederlo al ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza è l’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori) evidenziando che «sono tutti aspiranti docenti, in larga parte giovani e già selezionati dallo Stato, ma ai quali oggi non si dà alcuna possibilità di potere essere stabilizzati. La loro graduale assunzione a tempo indeterminato, invece, svecchierebbe il corpo docente italiano portando nuova linfa a un sistema diventato sempre più autoreferenziale».

Il sindacato indica al rappresentante del Governo quale sarebbe la modalità immediata per introdurre il provvedimento: il D.L. 151/2013 Milleproroghe, in questi giorni all’esame del Parlamento. «Nella parte dell’articolo 6 del decreto, dedicata alla scuola - spiega l’Anief - va aggiunto un emendamento che oltre a prevedere l’inserimento dei nuovi abilitati nelle GaE, preveda anche la riduzione delle graduatorie su tre scaglioni, anziché cinque, eliminando in tal modo anche quella fascia aggiuntiva reputata incostituzionale prima dal tribunale amministrativo e poi dalla Consulta. Si tratterebbe di un provvedimento, tra l’altro, già prodotto nel decreto Milleproroghe del 2012, all’articolo 14. E, soprattutto, senza costi: anzi, trasformare questi giovani abilitati in supplenti comporterebbe un sicuro aggravio di spesa per l’erario, visto che i precari della pubblica amministrazione fanno sprecare allo Stato 700 milioni di euro l’anno per effetto della legge 92/2012, che ha introdotto le indennità AspI e mini-AspI».

«Se il tema vuole essere affrontato - sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - lo si faccia finalmente con le azioni concrete. E non i con i soliti proclami. A costo di rivedere la questione a 360 gradi. Anche perché anche su questo fronte i numeri ci dicono che siamo impietosamente indietro rispetto a tutti gli altri: l’Ocse ha detto che nel 2011 nelle scuole secondare italiane di insegnanti sotto i 30 anni non c’era traccia. Ed è tutto dire che il nostro era l’unico Paese a trovarsi in questo stato».

Fonte: La Stampa

 

TFA ordinario va inserito in GaE, per immissioni sostegno mancano ancora 1.600 posti da assegnare. Dopo le parole di ieri sera pronunciate dal Ministro durante la trasmissione "Che tempo che fa", è intervenuto il Presidente dell'ANIEF, che ha rilasciato alcune dichiarazioni a Orizzonte Scuola. Per quanto riguarda i precari "sarà l'Europa a dare la sua benedizione alle migliaia di richieste di risarcimento inoltrare da supplenti pluriennali che chiedono la stabilizzazione".

8 x 1.000
È grave che un ministro della Repubblica non segua i lavori parlamentari e non sia aggiornata sulle decisioni del Parlamento che riguardano lo stesso funzionamento delle scuole. Come OS ha rimarcato, non è un auspicio ma una proposta avanzata con successo dal M5S, oggi legge e soltanto nella scorsa legislatura una battaglia portata avanti dall’on. Russo (PD).

Scuola non statale
In tempo di nuova spending review che ha bloccato persino i lavori della Conferenza unificata sui nuovi criteri di dimensionamento viste le richieste pressanti del MEF, il ministro farebbe bene a riaprire il tema tra scuole pubbliche e paritarie e dirottare i residui finanziamenti verso le prime o a ripensare il sistema istruzione con verifiche più stringenti sui risultati ma anche sulla gestione del personale assunto. Il dovere è tanto più forte se ha conseguito l’ordinariato presso un’università telematica.

Riforma cicli
Più che una riforma dei cicli, è necessaria una riflessione sul cambiamento del mercato del lavoro, sulla speranza di vita degli italiani, sulle regole dell’apprendistato, sul tessuto produttivo del Paese, sul piano industriale del Governo, per orientare il successo formativo degli studenti e per combattere il fenomeno dei NEET. Non è la moda del momento che può risolvere il problema della disoccupazione. La riforma Moratti del primo e secondo ciclo d’istruzione durò due anni come idea e poi fu archiviata. E in ogni caso non si può pensare che chiunque passi per la rete scriva quello che vuole e poi si decide di conseguenza. Questo è già un segno della poca serietà del lavoro che si intende svolgere con migliaia di professionisti che si potrebbero consultare.

Scatti stipendiali
Dire che la vicenda è chiusa appare una semplice bugia perché significa che non si è capito niente di quello che è successo. Il blocco dei contratti (Legge 122/2010) avviene dopo la riforma Brunetta (d.lgs. 150/09) ed è seguito da un atto di indirizzo all’ARAN del 2011 condiviso dalla maggior parte dei sindacati - la cui rappresentatività era stata prorogata dallo stesso ministro - che abolisce gli scatti di anzianità e introduce una diversa valutazione del merito a invarianza finanziaria per la nuova stagione contrattuale. Quegli stessi sindacati contrattano, comunque, nelle more il pagamento di un assegno ad personam per il 2010 dai risparmi dei 50.000 tagli avvenuti, e poi degli scatti per il 2011 dal taglio del 25% delle risorse del MOF, finché il D.P.R. 122/2013 non decide che ogni aumento disposto dal 2011 non può essere ritenuto valido ai fini di progressione di carriera perché altera l’invarianza finanziaria sottesa dal blocco contrattale e richiede nuovi soldi da stanziare nella legge di stabilità. Pertanto, la vicenda si chiude solo se si modifica il D.P.R. citato con una deroga esplicita per la scuola. Rimane la scelta dei lavoratori alle prossime elezioni RSU se ridare fiducia ai sindacati che hanno già manifestato la volontà di firmare un contratto senza più gli scatti di anzianità o di darla ad altri perché non firmino quell’accordo.

TFA ordinari
Il ministro non può continuare a prendere in giro giovani laureati che rappresentato il fiore all’occhiello della futura classe docente. Senza fare il TFA ordinario erano già inseriti nelle graduatorie d’istituto. Voglio ricordare al ministro che il nuovo sistema di formazione iniziale era stato pensato nel 2008 per migliorare quello precedente delle SSIS e assumere giovani insegnanti in un Paese che, oggi, ha il 60% del suo personale over 50, il doppio della media OCSE. Farebbe bene, nel mille-proroghe, allora, a pensare all’inserimento dei docenti abilitati con il TFA ordinario nelle Graduatorie ad esaurimento, unica loro possibilità per essere assunti anche dopo dieci anni. Si può sbagliare nei giudizi, ma perseverare è diabolico. E poi non ci si dimentichi dei 7.000 idonei dell’ultimo concorso a cattedra, idonei per insegnare ma oggi lasciati per strada. E per finire, che dire dei 60.000 docenti che il Miur ha deciso di abilitare dopo che hanno maturato 540 giorni di insegnamento?

Precariato
Non è un tema da affrontare ma una necessità cui rispondere con urgenza perché prima o poi l’Europa darà la sua benedizione alle migliaia di richieste di risarcimento inoltrare da supplenti pluriennali che chiedono la stabilizzazione. Grazie all’Anief questo tema che doveva essere proposto già nel 2001, oggi è al centro dell’opinione pubblica. Bisogna avere rispetto delle regole anche nel pubblico dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro. E se stabilizzi non proponi un contratto con lo stesso stipendio da precario, perché così eludi la normativa comunitaria. Le 65.000 immissioni in ruolo previste nel prossimo triennio coprono a malapena i soli pensionamenti ridotti dalla riforma e lasciano il 13% dell’organico di diritto scoperto. Anche nel sostegno le assunzioni autorizzate dalla legge porteranno nel 2017 alla copertura del 70% del fabbisogno di organico come nel 2007, considerato la crescita esponenziale degli alunni con handicap che oggi supera le 210.000 unità.

Immissioni in ruolo sul sostegno
Ancora mancano 1.600 posti da assegnare ai sensi della legge previgente dal 1° settembre a cui aggiungere altri 4.000 ai sensi dell’ultimo decreto legge sulla scuola. Non è più tempo di chiacchere, il primo quadrimestre si è già concluso e sono passati due mesi dall’approvazione della legge. Se non fosse stato per le denunce di parlamentari e sindacalisti oggi non se ne parlerebbe proprio. Bisogna firmare subito e assumere.

Dispersione scolastica
E' arrivato il momento di affrontare il tema della destinazione delle risorse nelle scuole laddove maggiore è il tasso di abbandono scolastico, maggiore è la disoccupazione, minore è la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Per fare un esempio: il parametro dei 22 alunni per classi non può essere lo stesso a Milano o a Palermo né a Palermo tra Via Libertà e lo Zen. Stessa cosa per l'autorizzazione o l'obbligatorietà del tempo pieno e prolungato. E ancora penso agli alloglotti o a zone dove non esiste alcun tessuto industriale. Non basta non dormire la notte ma lavorare di giorno.

Compiti
Il problema non è assegnarli durante le vacanze o farsi aiutare, il problema è far capire agli alunni che devono impegnarsi nella nostra società che è fondata sul lavoro e utilizzare e migliorare gli strumenti di valutazione. L'arte, come lo sport, si dovrebbero praticare a scuola perché se non li conosci è inutile che vai nei musei o in palestra. Mi fa piacere che il ministro mostri questa sensibilità, allora agisca di conseguenza e potenzi gli spazi riservate a queste discipline già nel curriculum.

L’intervista di Orizzonte Scuola

 

Dopo lo scontro Saccomanni-Carrozza, l'accusa del Movimento ripresa dai sindacati della scuola: "Disconosciute le assunzioni". Ma il ministero di Saccommani dice: tutto inventato.

ROMA - Altro scontro tra Saccomanni e Carrozza? Dopo quello sulla restituzione degli scatti stipendiali, vinto dal ministro dell'Istruzione, adesso si profila un'altra querelle: quella sull'assunzione di circa 27mila docenti di sostegno prevista dal decreto-scuola, di cui 4.447 per l'anno scolastico in corso. Ma dal ministero dell'Economia smentiscono qualsiasi intenzione di volere bloccare la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno. "Il Mef - dicono da via XX settembre - non ha sollevato nessuna obiezione sull'assunzione dei docenti di sostegno. Ha anzi espresso un avviso favorevole alla richiesta del ministero dell'Istruzione pervenuta a fine dicembre. La Funzione Pubblica predisporrà lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica necessario per il completamento dell'iter di assunzione che potrà essere sottoposto quanto prima al Consiglio dei Ministri". Nelle prossime ore il ministro Saccomanni provvederà a firmare il decreto che verrà poi restituito al Miur.

A denunciare il presunto blocco era stato qualche giorno fa l'onorevole del M5S Luigi Gallo che attraverso un massaggio su Facebook accusava via XX settembre di non volere "firmare neanche la prima tranche di assunzioni di insegnanti di sostegno.

Il motivo - spiegava - è che la Ragioneria di stato e il ministero dell'Economia disconoscono i 26.684 docenti di sostegno di nuova costituzione previsti dal decreto". Una denuncia raccolta oggi anche anche da Anief e Gilda. Il sindacato guidato da Marcello Pacifico parla di "bluff sui docenti di sostegno" puntando il dito contro il "Mef che si mette di traverso sulle l'assunzioni stabilite per legge". "Sarebbe una vera beffa - continua il leader dell'Anief - perché il contingente era stato già dimezzato rispetto al reale fabbisogno. Evidentemente viene reputata troppo alta la spesa di 4 miliardi di euro l'anno per garantire la didattica ad oltre 220mila alunni, le cui Asl chiedono il docente specializzato". "Ma che scuola è - si chiede pacifico - quella dove le logiche di risparmio prevalgono pure sui disabili, che così ogni anno continueranno a cambiare insegnante?".

L'assunzione dei 27mila docenti di sostegno prevista dal decreto dello scorso settembre è in effetti una stabilizzazione, perché attualmente su oltre 110mila docenti specializzati che seguono i portatori di handicap soltanto 63mila sono a tempo indeterminato. La restante parte, circa 47mila insegnanti vengo reclutati ogni anno dalle liste dei precari. E vengono quindi pagati ugualmente. Non si tratta di assunzioni ex novo, insomma. Ma la stabilizzazione garantirebbe la continuità didattica a circa 100mila alunni disabili costretti ogni anno a cambiare "angelo custode". Anche la Gilda degli insegnanti insorge contro lo stop di Saccomanni alla richiesta inviata da viale Trastevere, ancora disattesa. "Dopo gli scatti automatici le indennità al personale Ata e ai dirigenti scolastici - conclude Pacifico - anche le immissioni in ruolo dei docenti di sostegno rischiano di trasformarsi in una telenovela".

La vicenda degli scatti - che 90mila lavoratori della scuola avrebbero dovuto restituire, dopo averli percepiti, con minirate da 150 euro al mese prelevate direttamente dallo stipendio - ha richiesto l'intervento del premier Enrico Letta che ha affrontato il difficile punto nel Consiglio dei ministri di due giorni fa. Sull'organico di sostegno invece starebbe lavorando - per "armonizzarlo" - anche il commissario Carlo Cottarelli, nominato da Letta per la revisione della spesa pubblica: la cosiddetta Spending review.

Fonte: Repubblica

 

Gli stipendi dei prof sono salvi ma a rimetterci è sempre la scuola: il prelievo infatti non avverrà più dalle tasche dei docenti ma direttamente dalle casse delle scuole, alleggerite di ben 350 milioni di euro.

Un dietrofront da parte del governo che, dopo la bufera di polemiche esplose ieri, lascia comunque l'amaro in bocca. Per il momento possono dormire sonni tranquilli gli oltre 90 mila docenti che nel 2013 hanno avuto dei soldi in più in busta paga per gli scatti di anzianità raggiunti: il recupero crediti infatti non si farà e nello stipendio di gennaio saranno garantiti i 150 euro che, altrimenti sarebbero stati tagliati. Ma non è tutto oro quel che luccica.

I SINDACATI. L'allarme parte dal sindacato Anief: “la decisione del governo – spiega il segretario Marcello Pacifico - di non far restituire a 90mila insegnanti i 150 euro degli scatti automatici già a loro assegnati rappresenta un passo in avanti, ma non cancella il danno che lo Stato continua a perpetrare nei confronti della scuola pubblica: i 350 milioni di euro necessari a pagare gli aumenti in busta paga dei lavoratori, così come oggi deciso a Palazzo Chigi, verranno infatti prelevati dal fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa, che serve a finanziare le attività e i progetti a supporto della didattica, in particolare nelle aree a rischio. Così, per i dirigenti diventerà sempre più frequente doversi affidare al buon cuore dei genitori degli alunni. Anche per comprare materiale scolastico di primaria necessità: come la carta igienica, i gessetti per le lavagne, i toner, l’assistenza per i computer e l’attivazione dei progetti a sostegno della didattica”.

CAOS POLITICO. Intanto la questione continua a tenere banco anche all'interno della maggioranza, con Renzi che ha definito il problema da “scherzi a parte”, provocando inoltre non poche spaccature anche all'interno del Governo. Mentre il ministro Maria Chiara Carrozza, al termine della riunione a Palazzo Chigi, twittava “gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro. Sono soddisfatta per gli insegnanti”, dal ministero dell'economia arrivava secca la precisazione del ministro Saccomanni: “Sugli stipendi dei professori c'è stato un problema di comunicazione: il ministero dell'Economia e delle finanze è mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute. Il Ministero dell'Istruzione fu avvisato: in data 9 dicembre 2013 il Ministero dell'Economia ha informato il Ministero dell'Istruzione che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Ministero il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Si è operato secondo le leggi in vigore”.

Fonte: Leggo

 

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XXIV2012

 

 

 

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

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