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Incontro tra ministro e rappresentanti di categoria. Promosso l'annuncio delle nuove immissioni in ruolo, ma l'Anief critica: pochi i docenti di sostegno. Altre critiche al governo sugli scatti d'anzianità e sui fondi.

IN ARRIVO più di 18mila assunzioni nella scuola per il prossimo anno scolastico, ma i sindacati non sono affatto soddisfatti dell'azione di governo sulla scuola. Oggi, durante l'incontro con i sindacati, il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza e i sindacati ha annunciato la prima tranche di assunzioni nella scuola a partire dal mese di settembre. Si tratta, per entrare nel dettaglio, di 12.625 immissioni in ruolo per i docenti su posto comune, 1.604 per gli insegnanti di sostegno e 4.317 posti per il personale Ata: amministrativi, tecnici e ausiliari. Un pacchetto di assunzioni che farà scattare il nuovo Piano triennale varato dal governo Letta che prevede oltre 82mila assunzioni.

L'annuncio è arrivato mentre ancora sulla questione degli scatti di anzianità non si è ancora trovata la soluzione definitiva. "Un confronto su molti temi - è il commento piuttosto interlocutorio di Francesco Scrima, della Cisl scuola - e con qualche interessante spunto di apertura, ma nessuna concreta soluzione per le emergenze su cui abbiamo ancora una volta posto l'accento nell'incontro di oggi con la ministra". Prima fra tutte quella per le cosiddette posizioni economiche del personale Ata, scatti che hanno già prodotto aumenti stipendiali, che per effetto del blocco degli automatismi economici, gli Ata rischiano di dovere restituire.

Una eventualità che Scrima definisce come "un vero e proprio furto a danno di lavoratori che hanno già svolto le attività per cui sono stati retribuiti". Anche la Flc Cgil è piuttosto critica nei confronti della Carrozza e parla di incontro con "poche luci e molte ombre". "Sul versante del ripristino degli scatti di anzianità di docenti e Ata - dichiara Mimmo Pantaleo - pur apprezzando l'impegno del ministro per evitare il recupero forzoso in busta paga, dobbiamo rilevare che nessuna risorsa aggiuntiva è stata prevista e l'unica possibilità che ci è stata prospettata è la decurtazione del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa". "Nessuna soluzione invece - continua Pantaleo - per le posizioni economiche del personale Ata e per il salario di posizione dei dirigenti scolastici".

La Gilda degli insegnanti parla di importante "passo in avanti" per le prime assunzioni del Piano triennale e chiede al ministro di affrettare l'incontro all'Aran per trovare una soluzione alla questione degli scatti stipendiali. Ma sul contingente delle assunzioni su sostegno secondo l'Anief "i conti non tornano". "Col decreto Scuola - dichiara Marcello Pacifico - si era stabilito un numero di assunzioni su sostegno superiore di dieci volte. Con questi numeri, oltre a danneggiare gli allievi, si rischia di lasciare per strada almeno 2mila docenti specializzati vincitori di concorso. Mentre Marco Paolo Nigi, dello Snals, "ha espresso con forza l'insoddisfazione del sindacato che non può dichiararsi soddisfatto soltanto perché il governo ha ridotto le penalizzazioni per il personale scolastico".

Fonte: Repubblica

 

Abbiamo chiesto al presidente Anief la sua opinione sulla grande consultazione lanciata dal ministro sul web, ma anche sulla valutazione degli insegnanti dopo la tempesta mediatica che si è scatenata intorno alla restituzione degli scatti. “Il tentativo del Governo è bloccare i salari della massa dei docenti ai livelli di ingresso per tutta la carriera, per poi consentire le progressioni solo a chi si distingue”.

“La costituente mi sembra un’idea pessima. Nella scuola – prosegue Marcello Pacifico - abbiamo migliaia di professionisti che, operando da anni nella didattica, facendo sperimentazioni, misurandosi ormai tutti i giorni con le nuove tecnologie, sarebbero in grado di dare un contributo specifico sui contenuti di rinnovamento della scuola. Non credo che un referendum sul web serva a qualcosa , mentre il ministro avrebbe fatto bene ad aprire uno spazio di confronto con tutti i sindacati, non solo quelli rappresentativi, con le associazioni professionali e con tutti i lavoratori, rivolgendo loro domande specifiche su temi specifici”. Ma in questo modo sarebbe stato, forse, meno democratico? “Solo in apparenza la costituente così come l’ha lanciata il ministro è democratica: in realtà già solo il fatto di doversi collegare a internet rappresenta una discriminazione”.

Assodate le riserve del presidente Anief sulla grande consultazione del ministro Carrozza per evitare la “riforma della riforma della riforma”, come ha fatto scrivere a Repubblica, viriamo la conversazione sul tema della valutazione, che Pacifico trova subito il modo di collegare al bubbone della restituzione degli scatti esploso in questi giorni con tanto di titoloni anche nei tg: “Tutto questo è il risultato del patto scellerato col Governo tra 2010 e 2011, quando i sindacati rappresentativi in cambio del rinnovo delle rappresentanze per ulteriori tre anni accettarono la sostituzione del principio di anzianità con quello di performance, cui si lega naturalmente la valutazione. Il corollario naturale è stato il blocco dei contratti”.

E adesso, quindi, i nodi iniziano a venire al pettine: “La vera ‘magagna’ – continua Pacifico - consiste nel fatto che da allora è stato inaugurato un sistema per cui non si prevedono soldi in più per premiare il merito, ma solo tagli aggiuntivi per recuperare in questo modo le risorse per gratificare chi fa di più. Si vorrebbe semplicemente livellare verso il basso gli stupendi di tutti gli insegnanti nella loro globalità, mantenendoli per tutta la carriera il livello del salario di ingresso, che è poco superiore al reddito minimo che propone Grillo, e consentire gli scatti solo a chi si impegna di più ed è più bravo”. Insomma, una bella strategia per fare un regalo riciclato agli insegnanti: ti restituisco ciò che in realtà già ti spetta, “ma il problema – conclude Pacifico – non è dare di più a chi vale di più, è capire a priori qual è un equo compenso per gli insegnanti e contestualmente gratificare chi fa meglio e di più anche alla luce dello stretto legame che insiste tra scelte nel campo dell’istruzione e livello economico di un paese. Gli ultimi 150 anni, così come sintetizzano bene i rapporti Ocse Pisa, Education at a glance e così via, hanno evidenziato le ricadute nel tessuto sociale e produttivo del livello di istruzione di un popolo, non si può continuare a far finta di nulla”.

“Per tornare alla valutazione – conclude il responsabile Anief – la nostra organizzazione è favorevole a una valutazione del lavoro dei docenti, a condizione che però si stabiliscano criteri trasparenti per premiare il merito individuale ma anche per migliorare in generale i redditi di tutti coloro che lavorano nella scuola, e non solo dei più bravi”.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

Docenti aumentati, ma l’assegnazione è sbilanciata a favore di Sud e isole. Il ministero dell’Economia chiede di razionalizzare i criteri per stabilire chi ha diritto all’aiuto. Sindacati divisi.

Duecentomila bambini e ragazzi disabili che frequentano le nostre scuole, poco più di 103 mila insegnanti di sostegno, una norma - quella italiana - che ci mette ai primi posti nelle classifiche Ocse sull’integrazione, ma che poi fatica a tenere il passo con le esigenze delle famiglie. Un esempio su tutti: nel Lazio ci sono genitori che sono stati invitati dai presidi a fare ricorso preventivo al Tar per ottenere l’assegnazione delle ore di assistenza che spetterebbero al proprio figlio. Eppure si tratta di una regione con il migliore rapporto insegnanti di sostegno/alunni. Un sistema molto poco efficiente ma costoso. Da qui l’idea di «razionalizzare»: ci sta lavorando il ministero dell’Economia e delle finanze, in uno dei gruppi guidati dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli.

Sotto la lente di ingrandimento non c’è il numero di insegnanti: quest’anno, per la prima volta dopo anni, quelli che aiutano i ragazzi disabili a integrarsi nelle scuole e a partecipare alle attività didattiche sono cresciuti (+8,8%) più che gli stessi studenti disagiati (+3,7%). E il decreto istruzione approvato a ottobre prevede la stabilizzazione di 26 mila docenti (dei 43 mila precari che lavorano nel sostegno) nei prossimi tre anni: 4.447 entreranno in ruolo già nel 2014. Ma ci sono troppe discrepanze tra regione e regione per numero di disabili certificati dalle Asl, e di conseguenza per numero di ore di assistenza richieste agli uffici regionali scolastici. Se la media degli studenti disabili in Italia, ad esempio, è del 2,63%, rispetto agli studenti nelle classi, ci sono regioni dove la quota si alza, come l’Abruzzo (3,28%) e il Lazio (3,31%), e altre dove si abbassa drasticamente, come la Basilicata (1,95%). Ma anche l’assegnazione degli insegnanti è fortemente sbilanciata: rispetto a un rapporto medio nazionale sceso a 1,90 alunni disabili per docente, si registra infatti uno stato di non equa distribuzione dei posti di sostegno, pesantemente a favore del Sud e delle Isole, con il Molise a 1,45, la Basilicata a 1,57, la Calabria e la Campania a 1,58. Da qui la necessità di uniformare i criteri di assegnazione dei punti di disabilità, adottando protocolli standard e ottimizzando le prestazioni del servizio.

I sindacati temono che dietro la razionalizzazione si nasconda l’idea di tagliare le ore e gli insegnanti. L’Anief aveva già lanciato l’allarme giorni fa, quando sembrava che la stabilizzazione della prima tranche di insegnanti di sostegno stesse slittando. Mimmo Pantaleo, della Cgil scuola, precisa: «Se si parla di riorganizzazione del sistema del sostegno, va bene, purché non si tocchino i numeri degli insegnanti. È inconcepibile anche solo pensarci, la nostra capacità di integrazione è uno degli aspetti più qualificanti della scuola italiana. Anzi, bisognerebbe ricordarsi che l’assistenza ai disabili a scuola è anche data dai collaboratori scolastici, che spesso li supportano per i servizi igienici, la mensa, gli spostamenti: anche a loro va riconosciuto il giusto compenso economico».

«Un riequilibrio ci deve essere - sostiene invece Francesco Scrima, Cisl -. Significa che dobbiamo evitare ciò che accade ora, e cioè che qualche regione abbia di più e altre di meno. Per quanto riguarda gli insegnanti, bisognerebbe ripristinare il principio originale della norma sull’integrazione, e cioè che l’insegnante è di sostegno alla classe e non solo all’alunno». Avverte invece Massimo Di Menna, della Uil: «Non vorrei che razionalizzazione fosse un modo elegante per dire che si vogliono tagliare i costi». Ma il ministero dell’Economia replica: «Vogliamo usare meglio il lavoro degli insegnanti e riorganizzare la distribuzione del personale. Stiamo lavorando con le associazioni di disabili e dei genitori dei disabili». 

Fonte: Corriere della Sera

 

Negli ultimi giorni ha destato grande scalpore il taglio delle buste paga degli insegnanti, una ulteriore dimostrazione che i "pasticci di Stato" finiscono sempre per essere risolti a discapito dei cittadini. Ma di chi sono le responsabilità? E come mai nonostante la propaganda dei vari governi, si continuano a tagliare gli investimenti sull’istruzione? Lo abbiamo chiesto a Marcello Pacifico, Presidente ANIEF, Associazione Nazionale Insegnanti e formatori nella videointervista di oggi.

Fonte: Teleborsa

 

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti