“Sembra incredibile, ma a tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, le scuole non hanno ancora completato le assegnazioni delle supplenze e tra le cattedre più ricercate ci sono le cattedre di sostegno”: a ricordarlo è stato oggi Giovanni Portuesi, segretario generale Anief, durante il Talk “L’organico di sostegno e il piano educativo individualizzato”. Appena qualche giorno fa, in effetti, mancavano all’appello circa 800 docenti di sostegno solo in Lombardia. Anief ha calcolato che sono 90.000 i posti di sostegno quest’anno andati a supplenza annuale, con l’aggravante che ben 66.000 (dunque quasi il 40% dell’organico totale di sostegno), risultano in deroga, quindi assegnabili solo a precari. E di questi, 40.000 sono affidate a supplenti non specializzati. La causa di tutto ciò? Semplicemente il mancato incontro tra domanda ed offerta ovverossia le Università continuano ad attivare cicli di TFA che non vanno oltre 20-22.000 posti e pure maldistribuiti.
“Sul sostegno – ha continuato Portuesi - per il nostro sindacato è imprescindibile sanare la ferita della eterna precarizzazione prevedendo, oltre alle ordinarie procedure di immissione in ruolo, procedure straordinarie di reclutamento anche attraverso il canale delle GPS di seconda fascia senza ulteriori requisiti facendo accedere il personale a un anno di formazione e prova per consentirgli di specializzarsi sul sostegno con costi a carico dell'Amministrazione. In ordine alla formazione chiediamo, da sempre, che i docenti con due anni di servizio su posti sostegno svolti nel sistema nazionale di istruzione debbano essere ammessi a uno corso di specializzazione “riservato” per potere conseguire la specializzazione. Per quanto riguarda, infine, gli organici è necessario che l’organico di fatto sul sostegno, ovvero le supplenze annuali, sia trasformato per intero in organico di diritto garantendo così una volta per tutte stabilità ai docenti e garanzia di continuità dell’offerta formativa specializzata”.
Secondo il rapporto di “Save the Children” nell’anno scolastico 20/21 c’erano 268.671 disabili e 152.521 docenti di sostegno (tra specializzati e non). Paradossalmente, il Nord Italia è il grande dimenticato in questa vicenda risultando incomprensibile perché in Settentrione i corsi di specializzazione siano rivolti ad un numero di persone inferiore al fabbisogno. Tuttavia anche in Sicilia la situazione è paradossale: su oltre 23.500 cattedre quasi 12.000 sono state assegnate a insegnanti di sostegno precari e in parecchi casi (il 20% circa) senza titolo di specializzazione, per non parlare del balletto delle supplenze che porta un alunno ad avere anche fino a quattro docenti diversi nel medesimo anno.
Per il futuro, Portuesi ha spiegato che “il PNRR non contiene misure specifiche relative ai soli docenti di sostegno, ma rientrano negli interventi più generali previsti dall’obiettivo M4c1.2 miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, laddove si prefigura una riforma del sistema di reclutamento dei docenti ridisegnandone le procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli insieme ad una migliore pianificazione del bisogno di insegnanti. Con la promulgazione della legge prevista nel 2022 e la piena attuazione della riforma solo entro il 2025”.
Il segretario generale Anief ha ricordato che “Anief da diversi anni ha lanciato una vera e propria campagna, #sostegnononunoradimeno, con la quale è stato messo e continuato a mettere a disposizione delle famiglie gratuitamente i legali del sindacato per fare rispettare le ore previste nel PEI. Il diritto all’istruzione, a maggior ragione degli alunni disabili, è un diritto costituzionalmente protetto e le nostre iniziative giudiziarie, ancora una volta, ci hanno dato ragione ottenendo ogni volta la cessazione del comportamento discriminatorio del Ministero e l'immediata attribuzione all’alunno con disabilità grave del massimo delle ore di sostegno consentite. I Tribunali italiani hanno stabilito a chiare lettere come sussista in capo al minore affetto da handicap grave il diritto a ricevere il numero adeguato di ore di sostegno per garantirgli, nel suo primario interesse, il pieno godimento dei diritti fondamentali, tra cui il suo diritto alla integrazione scolastica e sociale, nonché quello allo studio”.
Portuesi ha quindi ribadito che “la contestuale presenza in classe accanto all'alunno del docente specializzato costituisce, per espressa previsione legislativa - tra le più avanzate al mondo - e come ribadito anche dalla Corte Costituzionale un indispensabile strumento per adempiere alle "ineliminabili forme di integrazione e di sostegno" a favore di quegli alunni che altrimenti non vedrebbero adeguatamente garantito il loro diritto all'istruzione, all'integrazione e allo studio. L’attribuzione di un numero di ore di sostegno inferiore a quello ritenuto congruo dal PEI determina, quindi, una vera e propria contrazione di diritti fondamentali concretizzando un’illecita discriminazione”.
Il rappresentante Anief ha anche ricordato che “nessuna delle riforme sul sostegno degli ultimi anni ha avuto l’autorità di approvare il provvedimento più urgente: la cancellazione dei posti in deroga introdotti con la pessima Legge Carrozza 128 del 2013, attraverso la quale si sono trasformate per legge delle cattedre vacanti in posti da potere assegnare a solo personale precario. Con l’aggravante che in otto casi su dieci vanno ormai a supplenti nemmeno specializzati, con il paradosso che invece quelli specializzati e formati non vengono assunti. Di fronte a tutto ciò, continuano i ricorsi nei tribunali per attribuire le ore non assegnate e per impugnare gli organici sbagliati”.
“A questo proposito – ha continuato Portuesi - vorrei ricordare come in Sicilia, grazie ad ANIEF, il TAR, con la sentenza n. 140/19, i cui principi valgono per tutte le regioni, ha chiesto all’allora MIUR di verificare quanti dei posti in deroga nell’Isola, circa 7 mila, rispondessero a necessità effettive, proprio al fine di essere assegnati alla costituzione di contingenti da collocare a tempo indeterminato ed annullando il decreto di costituzione degli organici di sostegno. Tra l’altro, nel caso di applicazione delle nuove disposizioni, si arriverebbe al paradosso per cui a farne le spese sarebbero anche gli alunni con disabilità più lievi ai quali verrebbero assegnate meno ore rispetto agli alunni con deficit gravi”.
Il segretario generale Anief, infine, ha citato “la nuova recente ordinanza del 26 novembre con cui il Consiglio di Stato ha bocciato in seduta collegiale la richiesta del Ministero dell’Istruzione per la sospensione della sentenza del Tar Lazio che a settembre aveva annullato il D.M. 182 sul “nuovo PEI. Una sentenza che ribadisce quanto già detto a settembre dal TAR Lazio, ch aveva accolto in prima istanza il ricorso di alcune associazioni sospendendo gli effetti del decreto 182; a quel punto il Ministero ha emanato una circolare per segnalare alle scuole che per il PEI 2021/22 sarebbe stato necessario fare riferimento ai modelli preesistenti. Poco più di un mese dopo, però, il Ministero ha anche presentato ricorso al Consiglio di Stato chiedendo la sospensione della sentenza del TAR. E in prima battuta il CdS aveva già rigettato la richiesta”. E quella dei giudici sul nuovo PEI è una posizione che Anief reputa corretta.
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10 dicembre 2021
Ufficio Stampa Anief