Ancora condanne a carico del MIUR per abuso e discriminazione del lavoro precario in violazione della normativa comunitaria. Anief: le norme interne contrastanti con l'accordo quadro vanno disapplicate, finché la contrattazione collettiva non sarà adeguata alla normativa comunitaria, l'unica strada è quella del ricorso.
Continuano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione posta in essere a discapito dei docenti precari cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante i tanti anni di servizio con contratti a termine. I Giudici del Lavoro di Brescia, Milano, Taranto e Torino accolgono i ricorsi Anief e condannano il MIUR per violazione di norme comunitarie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i lavoratori precari subiscono una ingiustificata disparità di trattamento rispetto ai colleghi di ruolo perché non beneficiano degli incrementi stipendiali legati alla anzianità di servizio. Alla luce della giurisprudenza comunitaria, e come confermato dalle recenti sentenze della Suprema Corte di Cassazione, il giudice deve disapplicare le norme interne che attribuiscono il diritto alla progressione nelle posizioni stipendiali unicamente al personale assunto con contratto a tempo indeterminato e che riconoscono l’anzianità pregressa ai lavoratori precari immessi in ruolo soltanto con decorrenza dalla data di stipula del contratto a tempo indeterminato. Continuiamo a chiedere con fermezza l'immediato adeguamento del contratto di comparto alle direttive comunitarie.
L'Anief ricorda che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuti i propri diritti e per ottenere uno stipendio commisurato agli anni di servizio effettivamente svolti, anche se con contratti a tempo determinato.