Per rinnovare il contratto ai docenti e al personale della scuola servono "soldi freschi, soldi nuovi, bisognerà trovare una soluzione: il problema economico è uno dei temi importanti per tornare a valorizzare questa figura professionale". Le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, rilasciate oggi a Radio Rai1, confermano quello che Anief sostiene da tempo: senza risorse aggiuntive il rinnovo contrattuale è destinato a finire su un binario morto.
Continuano a giungere segnali negativi per il rinnovo contrattuale della scuola. Un paio di giorni fa, Palazzo Chigi ha comunicato le intenzioni di approvare la Legge di bilancio per aiutare quasi esclusivamente gli italiani su caro energia e inflazione, dimenticando che il pubblico impiego attende il suo contratto da quattro anni. Oggi il presidente dell’Aran Antonio Naddeo è tornato a parlare del contratto scuola, l’unico rimasto ancora senza la firma. “Le trattative proseguono – ha detto Naddeo - ma il nodo principale rimane quello delle risorse per il comparto scuola. Comunque il confronto con i sindacati è molto complicato”, perché “occorre rivedere gli ordinamenti professionali del personale Ata della scuola, degli enti di ricerca, delle Università e delle Afam, e le posizioni sono molto diverse. In pratica è come se si dovesse trovare un accordo su quattro settori diversi”. Poi, ha proseguito il presidente Aran, c’è il triennio 2022-2024, “ma questo per ora è un campo tutto da verificare. Per ora sono stanziate solo le risorse per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale”. Oggi la stampa specializzata ha scritto che “saranno due i provvedimenti in materia finanziaria da parte dell’esecutivo. Il primo, da 9,5 miliardi, sarà il Decreto Aiuti Quater da varare a metà della prossima settimana. Il secondo, invece, sarà la Manovra 2023 da quasi 23 miliardi”.
Il Governo sembra intenzionato davvero a coinvolgere nell’azione legislativa sindacati e parti sociali: mercoledì prossimo è infatti previsto un primo confronto a palazzo Chigi con i rappresentanti dei lavoratori. Del resto, come ha sempre ricordato Anief, i tempi sono davvero molto ristretti e la legge di bilancio incombe. I finanziamenti per coprire il debito delle famiglie sul caro bollette saranno quelli più rilevanti, almeno per i tre quarti, ma vi sono anche altre manovre da attuare: tra queste c’è ‘Quota 41’, pari agli anni di versamenti di contributi, che sembrerebbe la risposta per evitare l’adozione in toto della Legge Monti-Fornero. “Può essere un punto di riferimento ma è ancora presto per poter dire in che modo e con quali condizionalità”, ha detto la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al termine dell’incontro con le parti sociali, al quale hanno partecipato anche Cisal e Anief. “L’altro tassello sarebbe la proroga di Opzione donna. Dunque non è detto che ci possa essere in Legge di Bilancio una proroga di quota 102 con cui bypassare la legge Fornero ma il governo starebbe pensando dunque ad altre soluzioni e ‘Quota 41’ sarebbe una di queste”, spiega oggi la stampa specializzata.
Il Consiglio dei ministri di ieri non ha approvato solo la ridefinizione di diversi ministeri, tra cui quello dell’Istruzione che ingloba il Merito, ma anche la linea che il Governo intende attuare in vista della imminente presentazione della Legge di Bilancio: la priorità da finanziare, ha detto la premier Giorgia Meloni con l’assenso dei suoi ministri, rimangono le bollette, sempre più alte a seguito del caro-energia e dell’inflazione, che gli italiani dovranno pagare nel 2023. “La situazione è seria”,scrive oggi la stampa, specificando che “saranno due i provvedimenti in materia finanziaria da parte dell’esecutivo. Il primo, da 9,5 miliardi, sarà il Decreto Aiuti Quater da varare a metà della prossima settimana. Il secondo, invece, sarà la Manovra 2023 da quasi 23 miliardi.Spazio che verrà usato “in via esclusiva” per aiutare gli italiani dal caro energia e dall’inflazione come hanno spiegato ieri sera in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Immaginare, dunque, interventi sostanziosi per la scuola è davvero utopistico. Non solo: i ministeri sono chiamati ad una stretta sulle spese. I risparmi dovranno essere 800 milioni di euro per il 2023, 1.200 milioni per il 2024 e 1.500 milioni dal 2025. Anche il nuovo Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà fare la sua parte”.
“Bisogna rivedere il sistema di alternanza scuola-lavoro formando i giovani sulla sicurezza del lavoro, perché non è più tollerabile assistere alla morte di giovani studenti in formazione. La formazione sui banchi di scuola è fondamentale”: lo ha detto oggi pomeriggio, in apertura del tavolo con le parti sociali, Marina Elvira Calderone,nuova ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’indicare le priorità del programma di azione per la legislatura.