Lo Stato continua a trattare i suoi dipendenti con due pesi e due misure: l’ultima discrepanza di trattamento enorme arriva in questi giorni e vede il personale della scuola ancora una volta messo all’angolo. Pochi giorni fa l’amministrazione ha comunicato ai sindacati che per premiare la continuità didattica assegnerà una “mancia” pari ad appena 50 euro: Anief ha da subito chiarito che anziché un premio per chi rinuncia al diritto alla mobilità, sarebbe stato molto più sensato procedere al riconoscimento di indennità di trasferta giornaliera per chi presta servizio lontano dal proprio comune di residenza. E che sarebbero serviti non meno di 3 mila euro annui di indennizzo, per compensare il sacrificio umano e soprattutto economico per svolgere l’attività didattica lontano dal proprio domicilio. Ora, però, il sindacato apprende anche che la Regione Sardegna darà 15mila euro ai medici di frontiera come indennità di sede. Come se non bastasse, assorbirà nei ruoli migliaia di medici con soli 18 mesi di servizio, mentre gli insegnanti continuano a non essere stabilizzazioni dopo avere effettuato 36 mesi di supplenze sebbene dall’Unione europea, dalla Corte di giustizia Ue e dal Comitato dei diritti sociali sempre di Bruxelles, giungono richieste precise di assunzioni in ruolo automatiche dopo avere raggiunto i tre anni di precariato anche non continuativi.