“Formazione e aggiornamento all’innovazione didattica devono diventare un obbligo per tutti con continue verifiche della qualità raggiunta”. Lo chiede Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli: nel commentare i preoccupanti dati emersi dall’ultimo rapporto Invalsi, ha quindi detto che durante il lockdown “i docenti si sono limitati a riproporre online il metodo d’insegnamento tradizionale: lezione frontale, compiti e verifiche”. Anief ricorda che i docenti italiani hanno affrontato un evento eccezionale mostrando altissima professionalità e andando ben oltre quanto loro dovuto, superando gli orari di competenza ed intraprendendo strade didattiche alternative ed efficaci rispetto a quelle tradizionali. Il tutto, con mezzi spesso di fortuna e con i costi di connessione a loro spese.
“Puntare il dito contro il corpo docente italiano per giustificare la regressione di apprendimenti rilevata dall’Istituto Invalsi è ingeneroso e ingiusto”, ribatte Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Perché dall’inizio della pandemia i nostri insegnanti si sono prodigati al massimo, mettendo a disposizione l’offerta formativa migliore in quel momento e anche oltre. Anche perché organizzata, implementata e attuata senza indicazioni o supporti, almeno nella parte iniziale. Nel caso del personale precario, docente e Ata, nemmeno avvalendosi dal bonus annuale per l’acquisito dei dispositivi tecnologici”.
A settembre, come si riuscirà ad affrontare nelle scuole l’emergenza Covid con un modesto numero di alunni vaccinati e l’avanzamento delle varianti? L’Istituto Superiore di Sanità ha provato a fornire delle risposte, che passano per una serie di misure da adottare contemporaneamente: con il rapporto n.12/2021, l’Iss dà alcune soluzioni: rilevatori di anidride carbonica, areazione, microfoni per gli insegnanti, screening periodici su studenti e personale scolastico con priorità a chi non è ancora stato vaccinato. In aggiunta verranno mantenute mascherine e distanziamento. L’Istituto ritiene anche importante procedere con la campagna vaccinale. Anief ritiene condivisibili le indicazioni fornite dall’organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale: il sindacato reputa quindi utile dare seguito da subito a tali richieste e con l’occasione torna a chiedere al ministero dell’Istruzione di essere convocato per adeguare il regolamento sulla sicurezza anti Covi19.
“L’areazione dei locali scolastici e gli screening continui necessitano di una programmazione accurata e di finanziamenti adeguati – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – quindi vanno disposte ora, se vogliamo arrivare pronti per l’inizio del prossimo anno scolastico. Come sindacato, è da tempo che chiediamo, inascoltati, di attuare tamponi periodici. Come pure di incrementare i locali in tutti quei casi, purtroppo frequenti, in cui l’alto numero di alunni è incompatibile con il distanziamento imposto dal Cts. Anche la campagna vaccinale ci trova d’accordo, ma senza arrivare ad obbligare nessuno andando pure a ledere il diritto alla privacy. L’assegnazione dei microfoni ai docenti potrebbe essere una forma di aiuto, a patto che si tratti di strumenti sostenuti da una adeguata tecnologia informatica a supporto, quindi con annessi computer e casse acustiche. A questo scopo è indispensabile un’assistenza adeguata, quindi con tecnici presenti in tutti gli istituti, a differenza di quello che accade oggi ad esempio nella primaria, dove non è ancora stata prevista questa figura professionale a regime. Chiediamo quindi – conclude Pacifico – che ci si orienti quanto prima a rendere effettive le disposizioni, adeguando l’impianto delle regole sulla sicurezza, e fare in modo che vengano realizzate poi durante l’anno”.
Parlando oggi a Palazzo Madama il ministro dell’Istruzione ha tenuto a dire che quest’anno la mobilità degli insegnanti ha soddisfatto il 60% delle domande, facendo intendere che è un risultato raggiunto anche grazie alla decisione del Governo di ridurre da 5 a 3 anni il vincolo di permanenza dei docenti nelle sedi per garantire la continuità didattica. Una scelta, ha spiegato, che "di fatto è stata necessaria per garantire equità tra esigenze contrapposte, l'adeguata stabilità degli organici e l'interesse degli studenti”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “la percentuale poteva essere molto più alta, perché alla luce dell’emergenza Covid19 e delle varie sentenze che si sono succedute in merito alla necessità di non calpestare il diritto alla famiglia laddove vi siano posti vacanti, il vincolo doveva essere portato ad un solo anno, permettendo a tutto il personale docenti di potersi liberamente spostare dopo aver superato l’annualità di prova. Anche perché le cattedre per accoglierli in molti casi c’erano. Ed ora andranno ai precari, perché anche le immissioni in ruolo sono state compromesse da scelte sbagliate”.
“Nel Pnrr il Governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni. E al di là del Covid-19, un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti. Prima di pensare a un eventuale obbligo vaccinale, che dovrebbe essere esteso anche a tutti gli studenti oltre agli insegnanti e agli Ata, bisogna affrontare queste problematiche”. Così si è espresso il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico, commentando la proposta di rendere obbligatori i vaccini per consentire il rientro a scuola in presenza.
Montecitorio ha detto sì, con 363 voti a favore, 9 contrari e 38 astenuti (tutti deputati Fdi). Ieri l’Aula aveva approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto sostegni bis. Nel pomeriggio di ieri si sono discussi gli ordini del giorno. Poi il via libera finale. Per la scuola sono state approvate delle disposizioni innovative certamente “deboli” e non risolutive: dai concorsi per pochi precari, sia su materia comune sia su sostegno, all’individuazione del 30% dei posti disponibili per le immissioni in ruolo da destinare sempre ai precari in occasione dei concorsi; dallo stanziamento di alcune centinaia di milioni di euro per l’organico Covid, che però verrà inizialmente individuato per sottoscrivere contratti solo fino al prossimo 31 dicembre, fino allo stanziamento di un fondo per gli istituti paritari per l’infanzia e al disco verde per il concorso per dirigente tecnico. Stanziati, inoltre, dei fondi “da destinare a spese per l’acquisto di beni e servizi”, più una seconda dotazione per risorse “destinate alle istituzioni scolastiche che necessitano di completare l’acquisizione degli arredi scolastici”. A breve il testo arriverà in Senato per ratifica finale in legge, da attuare entro il 24 luglio.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Non ci piace questo provvedimento, noi la strada corretta l’avevamo indicata, assieme a quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi. Però non siamo stati seguiti. Ne prendiamo atto. Ognuno però si deve prendere le proprie responsabilità. Quando a settembre prenderà il via l’anno più difficile del dopoguerra, peggiore sicuramente degli ultimi due contrassegnati dal Covid, gli italiani è bene che sappiano a chi rivolgersi: ai banchi di quella politica che mette la scuola al primo posto nei proclami e nelle campagne elettorali, ma poi la abbandona sistematicamente, anteponendo altre esigenze. Pure nell’anno dei Covid questa tradizione non è venuta meno, contravvenendo anche a quel Patto per la Scuola che tanto aveva fatto sperare i lavoratori e gli stessi sindacati che, come noi, lo avevamo sottoscritto a maggio. Sono passate poche settimane, invece sembrano anni. Perché nel frattempo il Governo ha gettato la maschera e indotto il Parlamento ad abbandonare più di 100mila precari al loro destino, con meno metà dei posti che per quest’anno si tramuterà in immissioni in ruolo. Con qualche migliaio di docenti precari specializzati su sostegno o su cattedra a firmare il contratto indeterminato. Si è deciso anche di non procedere con la mobilità aperta ai trasferimenti a tutti che tanto bene avrebbe fatto in presenza ancora della pandemia, in tema di assegnazioni provvisorie da quest’anno. Come pure non si ravvisano novità sugli organici di maggiorare e sulle classi da ridurre come iscritti. Non ci siamo, questo decreto – conclude Pacifico - ci delude assai”.