Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, preannuncia la posizione del giovane sindacato: è decisivo per salvaguardare il diritto allo studio riscrivere l'obbligo scolastico dai tre ai diciotto anni, spostare tutti i posti oggi nell’organico di fatto in quello di diritto, stabilizzare i precari, rivedere i profili professionali, aumentare i plessi, le aule, gli edifici scolastici, garantire il diritto all'inclusione, eliminare i vincoli sui trasferimenti, reclutare i precari dal doppio canale di reclutamento, attribuire gli organici in base ai fabbisogni.
Tutti i docenti titolari sul sostegno sono soggetti al vincolo quinquennale su tale tipologia di posto: il vincolo decorre dall’anno scolastico di immissione in ruolo sul sostegno oppure, in caso di mobilità, dall’anno scolastico in cui si ottiene il movimento da materia a sostegno. A ricordarlo è la rivista Orizzonte Scuola, la quale sottolinea che nel computo del quinquennio, come chiarisce l’art.23 comma 8, si considera l’eventuale anno di decorrenza giuridica della nomina in ruolo ed è calcolato anche l’anno scolastico in corso. Il docente nel vincolo quinquennale, quindi, potrà partecipare alla mobilità soltanto per posti sul sostegno.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’obbligo di permanenza per almeno 60 mesi sulla cattedra di sostegno è temporalmente esagerato: per questo motivo continuiamo a raccogliere i ricorsi presso il Giudice del lavoro: se vi sono le condizioni, per quale motivo l’amministrazione deve inibire, infatti, il passaggio da sostegno a posto comune o curricolare? Inoltre, perché non possono essere computati i servizi svolti su posto di sostegno durante il precariato? Siccome al ministero dell’Istruzione non vogliono ascoltare, allora le risposte le daranno i giudici”.
Nella scuola si contano tantissime cattedre vacanti, con oltre 250 mila posti assegnati quest’anno a supplenza: l’anno prossimo si prevedono almeno altri 30 mila pensionamenti. C’è da preoccuparsi, perché negli ultimi anni in media solo un’assunzione su tre è andata in porto, a causa delle graduatorie ormai vuote. In pratica, non si è attuato nemmeno il turn over. Il ministero dell’Istruzione ha più volte ribadito che le assunzioni dei nuovi insegnanti debbano passare per lo svolgimento di tre concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato e una procedura per il conseguimento dell’abilitazione nella scuola secondaria. A causa dell’emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19, da quasi un anno il processo di selezione sta però subendo importanti ritardi: solo il concorso straordinario della secondaria, seppure a fatica, sembra poter offrire qualche possibilità per vedere in cattedra almeno una parte dei vincitori a partire dal prossimo 1° settembre: i concorsi ordinari sono ancora in alto mare, considerando che non sono state stabilite nemmeno le date delle prove preselettive. E non si hanno più notizie nemmeno dei concorsi abilitanti all’insegnamento.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i concorsi, a partire dallo straordinario appena riavviato, rimangono viziati da esclusioni illegittime, contro le quali stiamo agendo nelle sedi opportune. Gli altri rimarranno presumibilmente fermi sino a quando il quadro epidemiologico non diventerà più rassicurante di oggi. In realtà, anche senza pandemia da Covid-19, le selezioni pubbliche, anche quelle riservate, necessitano di tempi lunghi. Ma le scuole possono permettersi il lusso di attendere ancora almeno un anno e mezzo prima di vedersi assegnare gli insegnanti di ruolo? Certamente no. Per rispondere al problema, la soluzione comunque c’è: servono corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, ma anche la riapertura annuale delle GaE e le assunzioni pure da graduatorie d’Istituto. La priorità, però, rimane quella di trasformare in organico di diritto di decine di migliaia di cattedre ancora oggi furbescamente collocate in quello di fatto. Gli 80 mila posti di sostegno liberi ma in deroga sono l’esempio di questa filosofia che antepone i risparmi pubblici, sulla pelle dei supplenti, alla funzionalità del servizio formativo scolastico. Non ci stiamo a questo gioco. Ancora di più perché si continua ad aggirare la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sulle immissioni in ruolo automatica di chi svolge 36 mesi su posto libero: se poi si allargano a macchia d’olio i ricorsi al giudice del lavoro, per recuperare l’indennizzo equo per il danno subito, non c’è da scandalizzarsi”, conclude il sindacalista.
Entro mercoledì prossimo, 27 gennaio, una parte dei supplenti docenti e Ata Covid si vedranno finalmente accreditato lo stipendio: lo ha comunicato l’amministrazione scolastica con avviso su NoiPA. L’emissione speciale del 25, spiega la stampa specializzata, riguarda tutti i pagamenti autorizzati entro le ore 16 del 21 gennaio. Alcuni di loro hanno avuto già la possibilità di “vedere il cedolino stipendiale con il dettaglio delle voci”. E qui sta l’amara sorpresa: “hanno scoperto un importo più basso dello stipendio”. Anief però rileva che per tutto il personale precario assunto nell’organico Covid, come per tutti i supplenti temporanei, permane il vulnus del mancato riconoscimento della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio: una mancanza che costa a ogni docente supplente Covid o temporaneo ben 174,50 euro in meno al mese e 64,50 euro se collocato nel profilo Ata.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Andare a infierire sulle condizioni economiche dei docenti e Ata, fermi allo stipendio base e alle prese spesso con spese aggiuntive non indifferenti perché operano lontano da casa, è un’operazione che si commenta da sola. Per quanto ci riguarda, siamo pronti ad attuare una procedura di diffida e messa in mora verso l’amministrazione attraverso le nostre sedi territoriali a cui si possono rivolgere i precari in organico Covid e temporanei a cui si applica lo stipendio ridotto in modo illegittimo. Su queste azioni, già avviate per i supplenti brevi, sono tantissime le sentenze con esito favorevole che l’Anief ha ottenuto per i propri iscritti”.
In vista dei movimenti a domanda del personale scolastico del prossimo anno scolastico, diventa fondamentale prorogare i termini della mobilità straordinaria sui posti vacanti e disponibili, anche in organico di fatto, per tutto il personale docente di ruolo assunto al 15 settembre 2021, superando in questo modo il vincolo di permanenza di 5 anni sull’istituto scolastico dove si è stati assunti a tempo indeterminato: lo chiede ufficialmente il sindacato Anief attraverso un preciso emendamento al decreto Milleproroghe, il D.L. 31 dicembre 2020 n. 183, fatto pervenire specificatamente ai deputati della I e della V Commissione della Camera (Affari Costituzionali e Bilancio e Tesoro), che in questi giorni stanno esaminando assieme l’Atto n. 2845.
Secondo Marcello Pacifico presidente nazionale Anief, non ha alcun senso privare il personale scolastico neo immesso in ruolo del diritto alla famiglia: una decisione che rasenta la follia, dal momento che abbiamo 200 mila posti dati in supplenza. Lo stesso blocco del diritto alla mobilità, tra l’altro, è stato superato in passato, senza particolari problemi: non si comprende perché in tempo di Covid-19 si voglia continuare a mantenere questo punto”.