Il personale scolastico vaccinato, quasi tutti con AstraZeneca, tranne i “fragili”, è fermo e pari a 1.111.124 lavoratori, a fronte di 1.446.943 complessivi. Il dato è stato fornito oggi dal ministero dell’Istruzione ai sindacati, dopo che questi ultimi avevano ieri sollecitato la trasmissione di numeri ufficiali, soprattutto per comprendere quanti docenti, amministrativi, tecnici, ausiliari, Dsga e dirigenti scolastici non siano coperti nemmeno con la prima dose del vaccino anti Covid19. Dai numeri forniti dall’amministrazione scolastica risulta anche che le somministrazioni si sono svolte in modo fortemente differenziato, con Regioni dove la prima dose del vaccino è stata somministrato a tutti o quasi, e altre dove invece nemmeno alla metà del personale scolastico.
“Come sindacato – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – reputiamo incomprensibile e ingiustificabile che la macchina amministrativa si muova con efficacia così diversa. Come reputiamo un errore la decisione di riprendere le attività in presenza con la totalità degli alunni, senza però avere provveduto a coprire totalmente il personale almeno con una dose di vaccino: una circostanza che avrebbe almeno tutelato i lavoratori della scuola non dal contagio ma almeno dai ricoveri. Esortiamo il Governo a ravvedersi il prima possibile, includendo docenti e personale della scuola tra le liste prioritarie, e le Regioni in ritardo a provvedere di conseguenza a realizzare quelle vaccinazioni che andavano fatte nelle passate settimane”.
Per completare il vaccino nella scuola mancano oltre 335mila dipendenti. Inoltre, vi sono forti differenziazioni territoriali. in Puglia, ad esempio, tutti i dipendenti della scuola, nessuno escluso, hanno già fatto la prima dose; molto avanti sono anche il Molise, con il 97,3% di vaccinati e la Valle d’Aosta, con il 90%. Tutt’altre proporzioni in altre Regioni: in Calabria hanno ricevuto la prima fiala del vaccino solo il 43,2% di docenti, Ata e presidi; non molto meglio sono andate altre Regioni, come la Liguria, ferma al 48,9%, ma anche Sicilia e Sardegna, appena superiori al 50%. Per quanto riguarda la seconda dose di AstraZeneca, invece, se si eccettua la Valle d’Aosta (con il 12,6%) e il Veneto (4,3%), siamo ancora molto vicini allo zero.
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