Marcello Pacifico (Anief): “Non è proprio quello che avevamo chiesto noi, perché la prova al computer rappresenta un allungamento dei tempi per valutare delle competenze che il candidato ha già ampiamente dimostrato di possedere nel corso degli anni di supplenza. Le graduatorie già esistono e si può già attingere da quelle, anche dalle Gps qualora quelle ad esaurimento siano prive di candidati come spesso avviene. L’Italia, allo stesso tempo, sembra però anche volere procedere verso quel processo di semplificazione di quelle procedure anacronistiche dei concorsi pubblici che ci hanno portato all’attuale numero inaudito di cattedre vacanti e supplenti perennemente al palo. L’ideale sarebbe però introdurre un concorso riservato per soli titoli e servizi, anche perché il tempo per evitare il peggio, con effetti disastrosi per la didattica ed i nostri alunni, è davvero poco”.
Il piano che l’Italia si appresta a consegnare alla Commissione europea prevede un reclutamento straordinario, con un processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022. La procedura si basa sulla valutazione dei titoli culturali e di servizio e sullo svolgimento di una prova computer based sulla base di una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili”. Il modello che si sta introducendo prevede che “per i vincitori immessi nelle cattedre” si attuerà “un anno di formazione on the job e prova finale, il cui superamento determina l’immissione in ruolo a tempo indeterminato. La prova conclusiva è di tipo idoneativo affinché l’insegnante venga confermato nel posto in cui è stato immesso dovendo permanerci per almeno un triennio”.