La quantità di insegnanti è la stessa dello scorso anno: il Covid19 non ha insegnato nulla ai nostri governanti, anche il prossimo mese di settembre continueremo ad avere gli stessi docenti di oggi e decine di migliaia di classi con oltre 28-30 alunni. Se non si agirà nemmeno sugli spazi, il distanziamento tra gli allievi sarà impossibile da attuare. E nel caso vi fosse un’insistenza o recrudescenza dei contagi, si continuerà con la dad. A commentare la decisione del ministero dell’Istruzione di lasciare inalterato il numero di insegnanti, il giorno dopo l’anticipazione ai sindacati della circolare sugli organici dei docenti 2021/22, è il presidente Anief Marcello Pacifico. “Fino a 31 alunni per classe, o addirittura nel caso in cui i ragazzi siano rimandati dopo i recuperi, non cambia niente. Questo ci fa pensare che la politica non si rende ancora conto di cosa significa fare didattica in presenza con questi numeri e col distanziamento sociale”, commenta il leader del giovane sindacato in un’intervista a Orizzonte Scuola.
L’emergenza contagi, le esigenze di incrementare la sicurezza, la volontà di innalzare il livello degli apprendimenti e di ridurre gli abbandoni scolastici: chi più ne ha ne metta. In queste condizioni, l’amministrazione scolastica riesce ancora una volta a mettere la testa sotto la sabbia e a fare finta di nulla. L’anno scolastico 2021/22 non prevede alcun cambiamento: in poche parole, le 20 mila classi pollaio esistenti continueranno a stare lì. Perché le prime classi si formeranno ancora una volta con i “tetti” in essere, quelli che permettono di realizzare classi anche con oltre 30 alunni, non di rado pure in presenza di disabili.
La circolare sugli organici che a breve verrà pubblicata è una mera ‘fotocopia’ dello scorso anno. “Questo vuol dire anche che la scuola diventa luogo di trasmissione del virus. Per il futuro non si miglioreranno gli apprendimenti. È stato dimostrato che bisogna intervenire sugli organici in base alle necessità del territorio. Ancora una volta, dopo tante promesse, e dopo tutti i miliardi annunciati del Recovery plan, si hanno organici uguali”, è l’amaro commento del professor Pacifico. Anche per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario non dovrebbero esserci novità. “La Legge 136 aveva tagliato un quarto del personale Ata: ci si ricorda di loro solo quando accadono le tragedie. Tutto questo è squalificante e non rende merito alla professione, né a quello che la scuola dovrebbe fare per essere al centro del progetto educativo del paese”.
Il sindacato continua a chiedere buone nuove pure sui concorsi. “Il reclutamento parte dal presupposto che devono esserci concorsi ordinari semplificati e che devono essere dimostrate le minime conoscenze sulla legislazione scolastica e sulla materia, e poi la capacità all’orale di saper fare lezione.
La fase transitoria deve essere a regime, non può essere solo transitoria”. Il problema è che non si vuole affrontare il vulnus del precariato. “Fino a quando lo stato italiano abuserà dei precari, questa fase transitoria dovrà essere a regime. In passato questo si è potuto sviluppare attraverso lo scorrimento delle graduatorie permanenti, quando si dava la possibilità ai precari di passare di ruolo. Oggi questo si può realizzare attraverso lo scorrimento delle GPS. Delle GPS che siano anche per la terza fascia, 30 scuole per tutti, quindi sia personale abilitato sia personale non abilitato”.
Pacifico sostiene che “rispetto alle rimostranze sul merito di chi vince e chi non è abilitato, lo dimostri attraverso un corso universitario che gli dia o la specializzazione sul sostegno o l’abilitazione su materia. La cosa importante è dare una risposta alla supplentite e non avere ogni anno sempre di più il numero di cattedre dette vacanti. Per il prossimo anno si stima che su 100mila posti vacanti, 70mila non saranno assegnati”.
Il sindacalista ritiene che le prove suppletive del concorso straordinario dovevano essere aperte non solo ai ricorrenti al Tar: andremo in “tribunale. A settembre lo dissi al vertice di Funzione pubblica, le prove suppletive sono un diritto di tutti coloro che per ragioni di Covid non potevano partecipare. Non si può dire di fare la suppletiva solo per alcuni”. Secondo Pacifico, “è una vittoria per chi ha fatto ricorso, ma non può essere la soluzione. Ricordo che quasi 10mila candidati non hanno potuto svolgere la prova scritta.
Siamo poi convinti che almeno un terzo, circa 5/6mila candidati, che risulterà idoneo avrà il diritto a essere assunto dal concorso straordinario. Stiamo presentando un emendamento su questo”.
Il leader dell’Anief, infine, ricorda che non bisognava rientrare a scuola con il 70% minimo di studenti: “dal 26 aprile non ci sono le condizioni, è sbagliato. Hanno rinviato le elezioni del Cspi, perché non si poteva votare a scuola, e invece si può fare lezione e diffondere il virus. Ci sia un po’ di coerenza. I numeri son sempre quelli: le classi pollaio ci sono”, ha concluso Pacifico.
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