Continua l’esame da parte delle Commissioni della Camera del Disegno di Legge di Bilancio 2021: tra le modifiche che i parlamentari stanno valutando ve ne sono anche decine presentate dall’Anief per risollevare Scuola, Università e Ricerca. L’Ufficio Studi del sindacato ha constatato che gli emendamenti presentati ricalcano temi e richieste presenti anche in altre richieste di modifica: “È la prova – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato autonomo - della centralità delle questioni affrontate e che non possono essere più rimandate. Precariato, reclutamento, concorsi, organici, tempo scuola, carriera, pensionamenti, sostegno a personale, ricercatori e studenti sono i temi che nel 2021 dovranno per forza di cose essere affrontati. Per farlo abbiamo a disposizione i miliardi, speriamo almeno 15, del Recovery fund. Non perdiamo anche questa occasione, ne va di mezzo il futuro delle nuove generazioni”
Con la pubblicazione del Dpcm Natale – contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 - il Governo sancisce la riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio, subito dopo il termine delle festività natalizie e di inizio 2021: la secondaria di secondo grado ripartirà quindi con il 75% degli studenti in presenza. Il sindacato chiede una maggiorazione degli organici e l’applicazione dell’indennità di rischio ai dipendenti della scuola che continuano ad operare in contesti lavorativi in cui la probabilità di contagio non è trascurabile, equiparabile a quella del videoterminalista così come definito dal D.Lgs. n. 81/2008 che configura una modalità differente e, per molti versi, più impegnativa per lo svolgimento della prestazione di lavoro.
Marcello Pacifico (Anief): “Prendiamo atto della decisione del Consiglio dei ministri. A questo punto abbiamo un mese di tempo per coordinare i trasporti con l’organizzazione delle scuole e assicurare la massima sicurezza agli studenti, come a tutto il personale scolastico impegnato: per raggiungere questo obiettivo bisogna incrementare gli organici nella Legge di Bilancio 2021. Sempre che nel corso delle festività non risalga la curva del contagio. Per scongiurare questo pericolo serve molta responsabilità da parte di ognuno. E anche che il 2021, attraverso la ripresa del confronto sul rinnovo del contratto, conceda al personale scolastico quell’indennità di rischio biologico che Anief rivendica da tempo e che abbiamo rilanciato ieri nel Congresso nazionale con una mozione specifica”.
L’Unione europea ha inviato al Governo italiana una ulteriore lettera nella quale si danno due mesi di tempo per eliminare le discriminazioni ai danni dei precari nella pubblica amministrazione: si tratta di una vera e propria procedura di infrazione, già avviata nel luglio 2019 e poiché le spiegazioni fornite dal nostro esecutivo non sono state ritenute soddisfacenti, la Commissione Ue ha inviato una seconda missiva. C’è poi un precedente che deve fare riflettere: quello del 2014, quando la Corte di giustizia europea condannò l’Italia per l’abuso di precariato nella scuola. Una posizione che costrinse il Governo, l’anno successivo, a chiedere la stabilizzazione di 148 mila precari, poi ridotti a meno di 100 mila per mancanza di aspiranti collocati nelle graduatorie blindate riconosciute dal ministero dell’Istruzione, pure in presenza di un altissimo numero di candidati con titoli ed oltre i 36 mesi di servizio minimo. Sono i requisiti ritenuti più che sufficienti dalla stessa Unione europea per essere immessi nei ruoli dello Stato. Una circostanza che è alla base del record di precariato proprio nella scuola, dove quest’anno sono state assegnate circa 250 mila supplenze annuali, di cui oltre 70 mila su sostegno. Con grandissime difficoltà, peraltro, nel reperire i docenti, considerando che solo a Firenze sono ancora da nominare ben 448 insegnanti.
Anief ricorda che su questo buco nero della scuola pubblica italiana ha avviato una battaglia ormai da oltre dieci anni: una delle strade percorse è quella dei reclami collettivi presentati in Consiglio d’Europa, con la procedura d’infrazione 4231/2014 ancora pendente, esattamente presso la stessa Commissione europea, nonostante le nuove procedure concorsuali (straordinarie e ordinarie, ora pure bloccate per via del Covid-19) bandite ai sensi dalla legge 20 dicembre 2019 n. 159, analogamente a quelle previste dalla legge 13 luglio 2015, n. 107. Il giovane sindacato, inoltre, si è fatto da tramite per presentare una serie di emendamenti sul precariato al Disegno di Legge di Bilancio 2021. Sullo stesso tema, il Congresso nazionale Anief ha ieri confermato per acclamazione come presidente Marcello Pacifico fino al 2024 e approvato una mozione specifica sul precariato per l’approvazione a livello nazionale di “procedure snelle di reclutamento a tempo indeterminato con graduatorie per titoli e servizio”.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Basta indugi, l’unica modalità è tornare ad assumere i precari della scuola con il doppio canale di reclutamento. Tra l’altro il Parlamento lo ha già fatto nel 2008 e nel 2012. Riapriamo le GaE e trasformiamo i concorsi da selettivi a canali di costruzione di graduatorie a scorrimento, da utilizzare ogni anno per assumere tutti i precari, anche a seguito di corsi abilitanti e sul sostegno aperti a tutti, pure a distanza. Se ci si ostina a rimanere fermi, stavolta l’Italia rischia molto, sia in termini di immagine che di risarcimenti, anche nei confronti degli stessi precari per i danni arrecati nei loro confronti”.
Continua l’esame da parte delle Commissioni della Camera del Disegno di Legge di Bilancio 2021: tra gli emendamenti che i parlamentari stanno valutando figurano anche quelli presentare dal sindacato Anief. Il sindacato ha rilevato, tra le proposte presenti, anche molti emendamenti che ricalcano le stesse problematiche esaminate, sintomo anche dell’importanza degli argomenti
Marcello Pacifico (Anief): “Questo è il momento più giusto per rilanciare la scuola e il settore tutto dell’Istruzione. Reputiamo sia un’operazione indispensabile per la crescita dei cittadini e dall’economia del paese, la cui importanza è chiara soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria. Le nostre richieste intendono tutelare tutte le parti in causa, a partire dai lavoratori che rappresentiamo ai quali si continuano ad assegnare stipendi tra i più bassi d’Europa sebbene, proprio durante la pandemia, abbiano dimostrato un altissimo senso del dovere verso la professione e i loro studenti. Inoltre, tra le proposte presentate, auspichiamo il rilancio di settori strategici come l’Università, la Ricerca e l’Alta formazione”