Impegno assunto a seguito degli Stati Generali per investire una parte consistente. Il sindacato chiede che almeno 25 miliardi siano spesi per scuola, università e ricerca, così da ridefinire nei prossimi sette anni gli organici, eliminare il precariato, valorizzare il personale, aggiornare le strutture e creare le condizioni per lo sviluppo del Paese. Tutto ciò deve essere portato subito ai tavoli per scrivere la legge di Bilancio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, “investire nel settore dell’istruzione e della ricerca il 15% dei 209 miliardi del Recovery Fund significa invertire quella politica dei tagli, dei dimensionamenti, delle classi ‘pollaio’, degli stipendi-miseria, del precariato che ha contraddistinto le scelte del legislatore negli ultimi anni e i conseguenti disastrosi primati su apprendimenti e dispersione. Per non parlare di un sistema che si è trovato impreparato rispetto al contenimento del rischio contagio da Covid-19. Avere una scuola pubblica con 250 mila supplenze annuali, con un tempo scuola ridotto e dei finanziamenti pubblici molto al di sotto della media europea e Ocse, non è una condizione più accettabile: lo abbiamo detto qualche settimane fa al Presidente del Consiglio fornendo delle precise e circostanziate richieste. Lo ribadiamo ora che ci si avvia a definire il progetto di rilancio del Paese: l’istruzione e la ricerca, insieme alla Sanità, devono stare al primo posto”.