Peccato che siano meno della metà gli ammessi ai corsi di didattica speciale, rispetto alle migliaia di posti vacanti coperti da docenti senza specializzazione. Ancora una volta, l’accesso sarà regolato dall’offerta degli atenei e non dalle effettive esigenze del territorio, se i verbali dei comitati regionali di coordinamento confermeranno le evidenti disomogeneità rispetto ai bisogni effettivi, il sindacato impugnerà il decreto ministeriale sui corsi. Rivolgendosi al Tar Lazio, con il fine di aumentare il numero dei posti
Marcello Pacifico (Anief): “Rimaniamo convinti che per evitare il ripetersi dei problemi e le ingiustizie del 2019, la soluzione non poteva essere altra che l’accesso libero per tutti i docenti che sono stati chiamati anche nel corrente anno scolastico come supplenti senza specializzazione con una selezione in uscita. Invece, ci ritroviamo con Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, tra le regioni con più cattedre disponibili, a cui sono stati assegnati pochissimi posti. L’assurdo è che i candidati sono in alto numero in servizio su quelle cattedre: dovranno lasciarle, in molti casi, per partecipare ai corsi, per poi tornare con il diploma conseguito, alimentando il già alto numero di docenti che cambiano sede anche più volte l’anno”