Il progetto è quello di avviare delle convenzioni con lo Stato, in modo da garantire una quota per i bambini rimasti fuori dalle liste statali, che pagheranno parte della quota per la frequenza, mentre la parte rimanente sarà pagata dallo Stato. L’anticipo servirà anche a convincere quei genitori che non mandano per scelta i figli alla scuola d’infanzia. Una revisione dei cicli con anticipo dell’età scolare obbligatoria è una delle richieste storiche dell’Anief: in particolare, quella di anticipare la scuola almeno a 5 anni, con annualità ‘ponte’ da affidare a maestri della scuola dell’infanzia e primaria in contemporanea, e poi allungare l’obbligo formativo sino alla maggiore età. È chiaro che se l’idea del Governo dovesse andare in porto bisognerà adottare un aumento degli organici, anche del personale Ata.
Marcello Pacifico (residente nazionale Anief): “Considerando l’alto numero di abbandoni precoci degli studi e di ragazzi che non arrivano alla maturità, gli esiti delle ultime prove Invalsi in determinati istituti e territori, oltre che la scarsa percentuale di giovani che conseguono un diploma terziario, fa bene il Governo ad investire nella formazione anticipando l’età dell’entrata a scuola, poiché è scientificamente provato che produce effetti positivi nella formazione dei bambini. Per farlo al meglio, bisognerà predisporre organici del primo ciclo maggiorati e una formazione adeguata per il rinnovato percorso formativo. Allo stesso tempo, nell’ottica di una revisione dei cicli di studi, riteniamo che sia necessario innalzare l’obbligo formativo a diciotto anni, in modo da dotare gli studenti di quel bagaglio di competenze che potrà sostenerli nella ricerca di un lavoro di qualità e nella formazione universitaria”.