La proposta del ministro leghista Erika Stefani, avallata dai Governatori del Nord e dal vice-premier Matteo Salvini, è ad un passo dal via libera del CdM, malgrado nella sezione Scuola del Contratto di Governo non vi sia traccia di questo folle progetto secessionista. I cittadini italiani hanno capito che l’autonomia differenziata spezzetterebbe l’istruzione, penalizzando gli istituti formativi collocati in aree particolari, ad iniziare da quelli del Sud: in tanti oggi si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio, per partecipare alla manifestazione promossa da Anief, Cobas, Unicobas, Gilda e diverse associazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la verità è che sotto la veste dell'autonomia differenziata, si vuole spaccare il Paese in due e avviare una secessione legalizzata, privando il Sud di risorse e investimenti. Se il progetto dovesse andare avanti, raccoglieremo le firme necessarie per avviare un referendum che neghi la differenziazione dei diritti. Siamo pronti a portare la vicenda in Corte costituzionale. Il gap tra Sud e Nord si vince offrendo aiuto alle regioni più indietro, dando loro più risorse, organici e servizi. Invece, così si affondano”.