Altro che riduzione del gap: anche dopo gli ultimi aumenti, rispetto ai Paesi più vicini all’Italia, gli stipendi degli insegnanti italiani sono più che dimezzati. Lo dicono i raffronti realizzati al termine del decennio di blocco contrattuale, che ha fatto lievitare il costo della vita di quasi 15 punti percentuali. Attraverso i dati salariali dei Paesi europei, determinati dall’ultimo rapporto Education at a glance, sono stati messi a confronto i sistemi educativi dei 35 Paesi membri e sui salari l’Italia risulta in sensibile ritardo. Marcello Pacifico (Anief): Quando si parla di stipendi europei è bene sapere che la forbice si sta sempre più allargando, perché mentre noi introduciamo mini-aumenti dopo lunghi periodi di vuoto contrattuale e pure il conferimento incompleto anche dell’indennità di vacanza contrattuale, gli altri Paesi pensano bene di approvare incrementi veri adeguati all’onere lavorativo che l’insegnamento comporta. Il 17 maggio ci fermeremo e andremo in piazza anche per questo.