I dati emergono dal rapporto 'Il mercato del lavoro 2018', derivante dalla collaborazione tra ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal: nei primi tre trimestri del 2018, rispetto a dieci anni fa, mancano all'appello poco meno di 1,8 milioni di ore lavorate, ovvero oltre un milione di posti full time (unità di lavoro a tempo pieno). Una ripresa, quindi, a "bassa intensità lavorativa": più occupati ma per meno ore. Marcello Pacifico (Anief): Basta alibi, in Italia l’occupazione si sta sempre più precarizzando e i lavoratori dell’Istruzione sono l’emblema di questa tendenza
Una su quattro di quelle preventivate. Per il prossimo anno, comunque, si prevedono almeno 70 mila cattedre scoperte e Anief chiede l'utilizzo delle economie di spesa per un piano straordinario di reclutamento attraverso la riapertura delle GaE o l'estensione del doppio canale di reclutamento a graduatorie d'istituto provinciali. Ad ogni modo, bisogna investirle nella scuola dopo un decennio di tagli come richiesto in audizione sulle classi pollaio
Cambieranno i decimali, ma sull’anticipo pensionistico che richiede almeno 38 anni di contributi e 62 di età, per la scuola i giochi sono fatti: a fronte di 77.483 domande, l’Inps ha comunicato che ci sono circa 17 mila richieste presentate da insegnanti, Ata e presidi. Tra queste, le richieste dei docenti dovrebbero essere attorno alle 14 mila unità; poi ci sono oltre 21 mila pensionati che usufruiscono dei requisiti imposti dalla legge Fornero o che lasciano per età o contributi versati; ma anche le 32.217 cattedre non assegnate ai ruoli la passata estate, a cui Anief chiede che vengano aggiunti almeno 30 mila posti di sostegno in deroga. In tutto fa ben oltre 100 mila cattedre vacanti di cui 70 mila già certificate in organico di diritto. Di certo, tre dipendenti su quattro hanno deciso di rimanere in servizio per non aver penalizzato di un quinto l'assegno pensionistico e non vedersi tassato un terzo di liquidazione (30 mila euro da richiedere subito)
Ministro Bussetti spera nei concorsi, ma continua a non adeguare gli organici a quelli di diritto. Anief è pronta a citarlo come responsabile dirigenziale erariale per l'abuso dei contratti a termine, perché risponda della cattiva politica messa in campo dallo Stato italiano sui lavoratori della scuola.Nel giorno in cui i sindacati ufficializzano l’enormità di posti privi di docenti titolari nella scuola pubblica, ben oltre le aspettative e le 100 mila cattedre, dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti apprendiamo che “il maggior numero di cattedre disponibili sono concentrate al Nord, nonostante il calo demografico che caratterizza il nostro Paese”, e che “le cattedre vacanti saranno coperte grazie ai concorsi”
Oltre all’ovvietà delle dichiarazioni – considerato che tutti sanno dove sono concentrate le cattedre vacanti in Italia e che il tasso di nascite è da anni in calo -, quello che lascia sconcertati è la continua volontà di tranquillizzare l’opinione pubblica con progetti irrealizzabili. Marcello Pacifico (Anief): Per coprire la miriade di cattedre disponibili, 50 mila solo su sostegno agli alunni disabili, servono disposizioni transitorie e straordinarie. Sarebbe intellettualmente più onesto ammettere che oggi e anche dopo le prossime immissioni in ruolo, la scuola italiana si regge sui supplenti per soddisfare il suo fabbisogno organico
A luglio se ne dovrà rendere conto, per aver rimandato il licenziamento di migliaia di docenti e a settembre quando una cattedra su due sarà vuota. Allora dovrà rispondere al Paese e ai cittadini sul perché non ha voluto risolvere un problema semplice: consentire l'immissione in ruolo o confermarlo a chi ha un titolo ‘strumentale’ per insegnare da anni nelle nostre scuole. Nel frattempo, qualche novità potrebbe arrivare dalla Cassazione o dal Consiglio d'Europa