Il tema sarà: “II fascia d’Istituto: ripartiamo da qui”. Saranno presenti parlamentari, rappresentanti di coordinamenti, associazioni e sindacati. L’obiettivo è superare le divisioni e unire le forze, al fine di presentare al Governo una proposta forte e condivisa da tutti: abilitati con Tfa, Pas, Sfp e magistrali.
Tra loro ci sarà anche Marcello Pacifico, il presidente nazionale del sindacato Anief che proprio in queste ore ha incassato il via libera dal Consiglio di Stato sugli abilitati ricorrenti con diploma magistrale: il loro inserimento in Graduatoria a Esaurimento “con riserva” non autorizza l'Amministrazione a negare la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato.
Anche il Parlamento si interessa dei 180mila abilitati all’insegnamento dimenticati dalla riforma, non stabilizzati e che ora rischiano di rimanere supplenti a vita: domani a Montecitorio, nell’auletta dei gruppi parlamentari, dalle ore 14 alle ore 19, si terrà il convegno dal titolo “II fascia d’Istituto: ripartiamo da qui”. Organizzato dal Movimento 5 Stelle, l’evento vuole rappresentare un punto d’inizio per superare le divisioni e unire le forze, al fine di presentare al Governo una proposta forte e condivisa da tutti.
In quasi 100 graduatorie d’Istituto sono infatti oggi collocati circa 60mila residui delle GaE, oltre 50mila diplomati magistrali, 20mila abilitati con Tfa, 50mila Pas. Più migliaia di docenti che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento attraverso i corsi di Scienze della formazione primaria svolti dopo il 2011. Il problema è che questi 180mila docenti precari rischiano, per effetto delle nuove norme previste dalla Legge 107/2015, di essere lasciati a casa.
Il convegno, che prevede anche un ampio spazio per il dibattito, potrà essere seguito in diretta streaming, è stato organizzato dall’on. Silvia Chimienti (M5S): nel corso del pomeriggio, interverrà il collega deputato Alessandro Di Battista, assieme ad alcuni parlamentari della commissione Cultura, rappresentanti di coordinamenti, associazioni e sindacati. Tra loro ci sarà anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
“Queste iniziative – ha detto il leader del giovane sindacato – non possono che far bene al precariato scolastico. Perché dopo la falsa promessa del Governo, che per un anno e mezzo ci ha illuso sostenendo che la riforma avrebbe stabilizzato 150mila precari, poi rivelatisi poco più delle matà, e spazzato via la ‘supplentite’, si rischia ora di abbandonare al loro destino tantissimi precari. Eppure, hanno tutti svolto le stesse selezioni e il medesimo percorso formativo di chi li ha preceduto sino a pochissimi anni fa. Il paradosso è che nel frattempo, il 26 novembre 2014, la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha emesso una storica sentenza per sancire l’inadeguatezza, rispetto al diritto dell’UE, della normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola”.
“In attesa che anche la Consulta emetta il suo parere, il prossimo 17 maggio, noi come sindacato ci siamo mossi per far prevalere comunque la giustizia attraverso le aule dei tribunali del lavoro, dove abbiamo avviato migliaia di ricorsi pendenti. E dove i giudici, pur in assenza di riferimenti legislativi nazionali, si esprimono sulla laicità del risarcimento e talvolta entrano anche nel merito, stabilendone l’entità tutt’altro che simbolica. In taluni casi hanno anche accordato anche la stabilizzazione del precario ricorrente”.
Perché con la Buona Scuola, è stato solo fatto solo un micro tentativo risolutorio: attraverso il comma 132 della L. 107/15 si è infatti deciso di istituire “un fondo per i pagamenti in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali aventi ad oggetto il risarcimento dei danni conseguenti alla reiterazione di contratti a termine per una durata complessiva superiore a trentasei mesi, anche non continuativi, su posti vacanti e disponibili, con la dotazione di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016”.
“Ma quel fondo – ricorda Pacifico - servirà a coprire appena i primi 500 ricorrenti dell’Anief. Mentre quello che serviva prioritariamente era stabilire, per legge, i criteri di risarcimento danni nei confronti dei tanti precari assunti e licenziati per anni, anche decenni, in violazione di norme e direttive, a partire dalla 70/1999 CE, che prevedevano invece la loro immissione in ruolo. E in attesa che ciò avvenga, il nostro sindacato continua a vincere su queste rivalse nei tribunali del lavoro”.
Proprio in queste ore, l’Anief ha incassato l’ennesima vittoria in questo senso: il Consiglio di Stato si è infatti espresso sulla corretta applicazione delle ordinanze emanate in favore dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l'a.s. 2001/2002, bacchettando il Miur per aver operato in modo illecito e chiarendo che l'inserimento in Graduatoria a Esaurimento “con riserva” degli abilitati non autorizza l'Amministrazione a negare la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato ai ricorrenti.
“È l’ennesima conferma che l’inserimento nelle GaE degli abilitati con diploma magistrale è lecita: questi docenti precari, in attesa che si definisca il merito del contenzioso, non devono infatti essere danneggiati, impedendo loro di stipulare qualsivoglia tipologia di contratto di lavoro. È triste dirlo – conclude il presidente Anief – ma ad oggi, purtroppo, la via del ricorso in tribunale rimane l’unica per avere la certezza del risarcimento danni e a volte anche della stabilizzazione”.
Nelle Ordinanze la cui udienza di discussione si è tenuta lo scorso 17 novembre, infatti, e ottenute grazie all'estrema perizia e competenza dei legali ANIEF, il Consiglio di Stato conferma che “la generalizzazione di un sostanziale depotenziamento dell’iscrizione nelle graduatorie (attraverso le preclusioni connesse alla formula della “riserva”)” non ha alcun “fondamento legislativo e non può quindi essere opposta ai ricorrenti che abbiano ottenuto una favorevole pronuncia cautelare (in tal senso: Cons. Stato, VI, ord. 3909/2015)”. Il Collegio osserva, inoltre, che “laddove si consentisse all’amministrazione di frustrare (attraverso l’apposizione della richiamata clausola della “riserva”) l’aspettativa alla stipula di contratti di lavoro, ne deriverebbe il venir meno della ragione essenziale sottesa alla proposizione della stessa domanda giudiziale”. In base a quanto esposto, il ricorso patrocinato dai legali Anief viene accolto e, per l’effetto, viene disposta “l’iscrizione dei ricorrenti nelle graduatorie di rispettivo interesse senza preclusioni di sorta alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato” in attesa, ovviamente, della definizione nel merito del contenzioso.
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