Per quale motivo le ferie non utilizzate dai docenti precari non devono essere monetizzate e pagate al supplente a fine rapporto? È quello che continuano a chiedere i legali dell’Anief in Tribunale, con i giudici danno ormai sistematicamente ragione a chi fa ricorso. È accaduto anche alcuni giorni fa a Modena, dove il giudice del lavoro ha accertato il diritto di un’insegnante precaria a vedersi corrispondere, si legge nella sentenza, “l’indennità sostitutiva per ferie non godute per gli aa.ss. 2015/2016, 2016/2017, 2018/2019, quale differenziale tra i giorni di ferie maturati e i giorni di ferie fruiti d’ufficio durante il periodo di sospensione delle lezioni e giorni di ferie effettivamente richiesti e fruiti”. È stato quindi condannato “il Ministero dell’Istruzione al pagamento in favore” della docente “dell’indennità per ferie maturate e non godute per complessivi €. 659,30, oltre interessi legali dalle scadenze al saldo”, fissando “in sessanta giorni per il deposito della motivazione”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “si sta oramai accertando nei tribunali il principio che alle ferie non godute debba corrispondere il riconoscimento economico per i giorni di permesso non usufruiti durante le supplenze, perché i precari non sono dipendenti di serie minore, ma hanno diritto allo stesso trattamento degli altri lavoratori. Come Anief, continueremo quindi a ricorrere in tribunale in tutte quelle occasioni in cui i lavoratori della scuola precari e di ruolo, docenti e Ata, ci chiederanno di procedere per recuperare il maltolto. Come già accade con gli scatti di anzianità e altre indennità, quali Rpd e Cia e tante altre “voci” mai pagate, verificate attraverso il Calcolatore online che il nostro sindacato autonomo mette a disposizione in modalità gratuita”.
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