La “Carta del docente” da 500 euro l’anno va assegnata al personale di ruolo, ma anche al supplente annuale: lo ha confermato la sezione Lavoro del Tribunale di Trani che ha esaminato il ricorso, patrocinato da Anief, di un insegnante che ha stipulato quattro contratti a termine stipulati a partire dal mese di settembre 2017 giungendo alla conclusione che il docente precario ha pieno diritto a vedersi riconosciuti 2mila euro. Si conferma, inoltre, la velocità con cui il giudice risponde positivamente all’istanza prodotta, condannando il ministero dell’Istruzione a somministrare la somma al docente precario che si è dovuto formare a proprie spese: in questo caso, il ricorso è stato depositato il 26 luglio scorso. Altre sentenze, sempre positive, sono state prodotte in ancora meno tempo. Tutte si riconducono all’ordinanza madre della Corte di Giustizia europea del 18 maggio scorso sulla causa C-450-21.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si sofferma su una conclusione ormai innegabile: “continuare ad asserire che i precari non hanno diritto ai 500 euro della carta annuale per l’aggiornamento professionale significa volere ostinarsi a realizzare una chiara discriminazione, perchè stiamo parlando di insegnanti che svolgono un lavoro analogo ai colleghi già di ruolo. In attesa di un provvedimento del legislatore, che sani la grave ‘dimenticanza’ delle Legge 107/2015, rimane indispensabile produrre ricorso al giudice del lavoro: in questo modo, chi ha svolto supplenze dal 2016 può recuperare fino a 3mila euro. Stesso discorso per gli educatori, di ruolo e precari, su cui nei giorni passati si è espressa favorevolmente la Corte di Cassazione”.
Nella sentenza il giudice spiega di avere “trovato riscontro in rilevanti decisioni giurisprudenziali, emesse sia in ambito interno che comunitario”, citando la sentenza n. 1842/2022 del 16.03.2022 del il Consiglio di Stato che “ha riformato la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio – Roma, Sezione Terza Bis, che con sentenza n. 7799/2016 del 7 luglio 2016 aveva respinto il ricorso proposto per l’annullamento della nota del M.I.U.R. n. 15219 del 15 ottobre 2015, nella parte in cui specificava che la “Carta del docente” e i relativi € 500,00 annui erano assegnati ai soli docenti di ruolo e non anche ai docenti con contratto a tempo determinato, nonché dell’art. 2 del d.P.C.M. n. 32313 del 23 settembre 2015”.
“Più specificamente – scrive ancora il giudice del lavoro -, il Consiglio di Stato, in riforma della decisione del TAR Lazio, ha affermato che la scelta del Ministero di escludere dal beneficio della Carta Docenti il personale con contratto a tempo determinato presenta profili di irragionevolezza e contrarietà ai principi di non discriminazione e di buon andamento della P.A., con ciò affermando, quindi, l’illegittimità degli atti impugnati rispetto ai parametri di diritto interno desumibili dagli artt. 3, 35 e 97 Cost, distaccandosi quindi dall’idea di un sistema di formazione a “doppia trazione” tra docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta e docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà e, dunque, alcun sostegno economico”.
Anief consiglia di visionare il video tutorial e i link utili per presentare ricorso al giudice prodotto dai legali Anief per recuperare integralmente i 500 euro annui della carta del docente: video guida, adesione ricorso, scheda rilevazione dati.
PER APPROFONDIMENTI:
Carta docente anche ai precari, quarta sentenza a Vercelli: una docente recupera 2mila euro
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