Perché il ministero dell’Istruzione si deve accanire sui precari, negandogli tra le altre cose gli scatti stipendiali, il pieno riconoscimento della carriera, la monetizzazione delle ferie, andando a sottrargli anche in busta paga la Retribuzione professionale docente e la Cia per il personale supplente Ata? È quello che ha chiesto all’avvocatura di Stato il Tribunale di Modena, sezione Lavoro, per comprendere i motivi che hanno portato una docente abruzzese a chiedere “1.350,24 euro oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo” per non avere ricevuto la Rpd “nell’anno scolastico 2020/2021, dal 22.10.2020 all’11.06.2021, in virtù di reiterati contratti a termine per supplenze brevi e saltuarie”. Non avendo avuto una risposta convincente, il giudice del lavoro ha verificato, scrivendolo nella sentenza, che “il contratto a termine è regolato dal diritto dell’Unione Europea a mezzo della direttiva 1999/70/CE e dell’allegato Accordo quadro concluso il 18 marzo 1999, che trova pacifica applicazione anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato stipulati con la pubblica amministrazione. Nel dettaglio, la clausola 4 punto 1 dell’Accordo dispone quanto segue: «Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive»”.
Nelle conclusioni della sentenza, quindi si legge quindi che la docente ricorrente ha il diritto “a percepire il trattamento di Retribuzione professionale docenti e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione a corrispondere la somma di € 1.350,24, oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo”. Inoltre, si “condanno il Ministero dell’Istruzione al pagamento delle spese di lite in favore di parte ricorrente, che liquida nella complessiva somma di €. 1.000,00, oltre rimborso spese generali ex art. 2, D.M. n. 55/2014 nella misura del 15%, I.V.A. (se dovuta), e C.P.A.”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “l’assegnazione della Rpd ai docenti e della Cia agli Ata anche precari è oramai un dato di fatto, che manca solo di essere convertita dal legislatore. Perché è chiaro che il lavoro svolto dal precario, docente o Ata, è lo stesso del collega di ruolo. In attesa che la normativa cambi, non rimane che produrre ricorso con il sindacato, al fine di recuperare in le cifre sottratte indebitamente più gli interessi. I docenti precari o di ruolo con un passato da precari che aderiscono al ricorso possono chiedere la RPD o CIA non corrisposta negli ultimi cinque anni, pari a circa uno stipendio in più per ogni anno di servizio svolto”.
SEMPRE PIÙ RICORSI VINTI DA ANIEF
Sono tante le sentenze di restituzione ai docenti della retribuzione professionale docenti precari, pari a 174.50 euro al mese, negata a tutti gli insegnanti precari (come pure la Cia al personale Ata). Negli ultimi mesi tanti giudici hanno accordato la restituzione dei 174,50 euro al mese, per mancata assegnazione della cosiddetta Rpd: si era espresso favorevolmente a febbraio il tribunale di Forlì, poi quello di Modena, quindi di Catania, in primavera abbiamo avuto la sentenza favorevole di Paola. E ancora, nella provincia di Cosenza, dove una maestra ha recuperato quasi 2mila euro più interessi e un’altra quasi 2.900 euro, poi a Verona, dove il giudice del lavoro ha accordato 1.200 euro per un solo anno di supplenza annuale svolto. Di recente, è stata la volta del Tribunale di Firenze, che ha assegnato quasi 4mila euro più interessi ad una docente, quindi di Vercelli, che ha detto sì alla richiesta dei legali dell’Anief, presentata lo scorso mese di aprile, di rimborsare una docente con circa 1.700 euro più interessi. Poi è stata la volta di Modena, dove il tribunale del Lavoro ha restituito 1.646 euro più interessi a una docente per le supplenze “brevi” di tre anni scolastici, di Firenze, dove il giudice ha restituito più di 2mila euro con interessi ad un’insegnante che ha svolto due supplenze, e di Udine, dove una docente ha recuperato circa 1.500 euro per un anno di lavoro svolto senza avere mai ricevuto in busta paga la Rpd.
IL RICORSO PER RECUPERARE RPD O CIA
Anief ricorda che è possibile presentare ricorso ad hoc per rivendicare il diritto alla riscossione di RPD (per i docenti) e CIA (per il personale Ata) mensili, negli ultimi due anni negato anche a decine di migliaia di supplenti “Covid”: sono tutti supplente che hanno percepito gli stipendi da precari ridotti di circa 170 euro mensili. Qualora volessero definire l’entità della somma da recuperare possono anche utilizzare il calcolatore online messo a disposizione gratuitamente da Anief: fatto ciò, potranno attivare i ricorsi in Tribunale con il patrocinio dello stesso sindacato a condizioni vantaggiose.
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