Sono numeri imponenti quelli che riguardano l’ordinanza della VI sezione della Corte di Giustizia Europea che ha riconosciuto l’assegnazione della carta del docente da 500 euro annui per l'aggiornamento e la formazione anche agli insegnanti precari. A dare consistenza all’alto interesse per la decisione del tribunale di Lussemburgo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Dopo questa storica decisione, frutto dell’azione dell’Anief e dei suoi legali, a presentare ricorso in tribunale per recuperare il maltolto potrebbero essere 200.000 docenti precari. Sono quelli che hanno svolto supplenze negli ultimi cinque anni e che ora hanno buonissimi motivi per rivendicare ognuno dallo Stato oltre 2.500 euro. Se tutti lo faranno, in tutto dalle casse pubbliche verrà sottratta una cifra vicina al mezzo miliardo di euro. Senza contare che noi non ci fermeremo qui, perché intendiamo continuare a dare battaglia per permettere l’assegnazione dell’aggiornamento anche al personale Ata e agli educatori, che non sono di certo lavoratori figli di un dio minore”.
Si tratta dell'ennesima vittoria legale raggiunta dal giovane sindacato rappresentativo, che aveva già avuto soddisfazione con le pronunce del Tribunale di Torino e del Consiglio di Stato. A questo punto, dice all’agenzia Teleborsa il presidente Marcello Pacifico, "è però importante che tutti i precari facciano ricorso al giudice del lavoro: sono già più di 5.000 gli insegnanti che hanno chiesto ad Anief di ricorrere proprio in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Europea" che è arrivata in queste ore.
LA SENTENZA
La VI sezione della Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 18 maggio 2022, ha riconosciuto anche a tutti i docenti precari della scuola il diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui, tramite la cosiddetta “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente. La remissione alla CGUE dell’Unione Europea era stata effettuata dalla Dott. Patrizia Baici del Tribunale di Vercelli, in una causa patrocinata per conto del sindacato Anief dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Walter Miceli, i quali avevano evidenziato il contrasto con il divieto di discriminazione tra i docenti a tempo determinato e i docenti di ruolo del mancato riconoscimento della somma di 500 annui annui, poiché destinata all’acquisto di beni e servizi formativi, finalizzati allo sviluppo delle competenze professionali del personale docente.
LA TESI VINCENTE DELL’ANIEF
Come noto, tutti gli insegnanti, sia quelli di ruolo che quelli assunti con contratti a termine, svolgono le stesse mansioni e hanno pertanto l’obbligo di svolgere la medesima attività di aggiornamento e di qualificazione delle proprie competenze professionali. La CGUE ha confermato la tesi difensiva degli avvocati dell’Anief, statuendo che l’art. 1 della Legge n. 107/2015, nella parte in cui limita l’erogazione di tale bonus al solo personale di ruolo, contrasta con il divieto di discriminazione, consacrato nella clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato. Le adesioni al ricorso per fare recuperare ai docenti 500 euro l’anno della carta docente per i periodi di precariato (anche quelli nel frattempo entrati di ruolo) sono ancora aperte al seguente link.
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