Non assegnare ai docenti precari la carta del docente per aggiornarsi è discriminante e comporta un danno all’amministrazione: con queste motivazioni, già espresse in sede giudiziaria, il tribunale del lavoro di Reggio Emilia ha condannato il ministero dell’Istruzione all’assegnazione di 2.500 euro a una docente precaria che negli anni scolastici 2017/2018; 2018/2019; 2019/2020; 2020/2021 e 2021/2022 non aveva usufruito della somma annuale di 1.500 euro. Il giudice ha preso come riferimento diverse sentenze, a partire da quella con cui la Corte di Giustizia Europea “ha valorizzato la circostanza che dalle norme interne (in particolare l’art. 282 D.lgs n. 297/1994, le previsioni della contrattazione collettiva del comparto scuola, e da ultimo l’art. 63 e l’art. 1 L. n. 107/2015)”, da cui “emerge il principio secondo cui la formazione dei docenti è obbligatoria, permanente e strutturale”. Inoltre, il tribunale ha ricordato la “sentenza n. 1842/2022 del 16.03.2022”, cin cui “il Consiglio di Stato ,in riforma della decisione del TAR Lazio, ha affermato che la scelta del Ministero di escludere dal beneficio della Carta docenti il personale con contratto a tempo determinato presenta profili di irragionevolezza e contrarietà ai principi di non discriminazione e di buon andamento della P.A., con ciò affermando, quindi, l’illegittimità degli atti impugnati rispetto ai parametri di diritto interno desumibili dagli artt. 3, 35 e 97 Cost”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che su questo tema ha un valore enorme la posizione netta della Corte di Giustizia europea dello scorso maggio: per cui, esortiamo i tanti docenti che dal 2016 hanno svolto almeno una supplenza annuale a presentare il ricorso al giudice del lavoro e recuperare tutta la somma della Carta del docente, 500 euro annui, che i supplenti annuali non hanno potuto fruire per una evidente dimenticanza del legislatore della L. 107/05. A rivendicare con cognizione di causa le somma possono essere anche i precari che hanno svolto servizio su cattedra ridotta. Possono presentare ricorso pure gli educatori, di ruolo e precari, su cui qualche settimana fa la Cassazione si è pronunciata in modo positivo”.
Secondo il giudice del lavoro “i principi giurisprudenziali sopra richiamati sono senza dubbio applicabili al caso di specie, in mancanza di ragioni oggettive- viste le identiche mansioni svolte dal ricorrente rispetto ai docenti a tempo indeterminato- che giustifichino la differenza di trattamento e il mancato riconoscimento del beneficio richiesto”.
Il Tribunale di Reggio Emilia, quindi, ha condannato “il Ministero dell’Istruzione e del Merito a rendere disponibile” alla docente “la carta docente di cui all’art. 1, co. 121, L n. 107/ 2015, per gli anni scolastici 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 e quindi con accredito della complessiva somma di euro 2.500,00 con le stesse regole previste per il personale di ruolo”. Ha inoltre condannato “il Ministero dell’Istruzione a rifondere” alla ricorrente “le spese del giudizio, liquidate in euro 670,00 per spese legali oltre spese generali del 15% iva e cpa, con distrazione a favore dei procuratori antistatari sopra indicati. Reggio Emilia, così deciso il 21 dicembre 2022”.
IL RICORSO
Preso atto di questa ennesima sentenza favorevole ai docenti precari, il sindacato Anief consiglia di visionare il video tutorial e i link utili per presentare ricorso al giudice prodotto dai legali del giovane sindacato, al fine di recuperare integralmente i 500 euro annui della carta del docente. È possibile visionare video guida, più adesione al ricorso e scheda rilevazione dati.
PER APPROFONDIMENTI:
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