Il bonus annuale da 500 euro per l’aggiornamento professionale va dato anche agli insegnanti precari, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Senza se, senza ma. I giudici lo hanno scritto sulle 15mila sentenze promosse dal sindacato Anief e che hanno permesso il recupero in media di 1.500-2.000 euro ad insegnante precario o ex precario della scuola pubblica. Anche il Tribunale di Roma, sezione Lavoro, non ha potuto fare diversamente, condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito a fare avere all’insegnante, che ha presentato ricorso con gli avvocati del giovane sindacato, i 500 euro per ogni anno di supplenza delle Carta del docente che l’amministrazione gli aveva negato (500 euro per ognuno dei tre anni di supplenza) perché la Legge 107/2015 erroneamente non lo prevedeva. Il MIM dovrà inoltre pagare 2mila euro per le spese processuali.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “allo Stato sta costando caro l’errore commesso dal legislatore della Buona Scuola che ha escluso i precari in modo del tutto illegittimo dalla fruizione della Carta del docente. Sulla questione si sono espressi, del resto, il Consiglio di Stato con òa sentenza n. 1842/2022, lla Corte di Giustizia europea in risposta alla causa C-450/2021, e meno di un mese fa, il 27 ottobre scorso, anche la Corte Cassazione. Poiché il governo Meloni si è limitato ad approvare la Legge 103 del 10 agosto scorso, che apre il bonus solo agli annuali fino al 31 agosto 2024, non rimane che presentare il ricorso gratuito con Anief: si potrà in tal modo assicurarsi la Carta del docente degli ultimi cinque anni, l’unico requisito sono 150 giorni di insegnamento per ogni anno scolastico”.
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