Il parere della Corte di Giustizia europea sulle norme comunitarie è vincolante per tutti i Paesi membri dell’Ue e non può essere contraddetto dalle sentenze nazionali: a scriverlo, in una sentenza esemplare pubblicata ieri, è stato il Tribunale di Tivoli, sezione Lavoro, chiamato dai legali Anief ad esprimersi sul ricorso di un’insegnante di Colleferro che ha svolto supplenze nella scuola pubblica tra il 2016 e il 2021 senza vedersi assegnare la Carta del docente da 500 euro anni per l’aggiornamento professionale. Il giudice ha pienamente accolto l’istanza, condannando il Ministero al pagamento di 2.500 euro complessivi a fare della docente, sottolineando che nel 2022 la Corte di Giustizia europea, con apposita Ordinanza, ha spiegato che “la sola natura temporanea di un rapporto di lavoro non è sufficiente a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori a tempo determinato (punto 46); ha infine sostenuto che la differenza di trattamento in ordine all’indennità in questione “non risulta giustificata da una ragione obiettiva”.
Il giudice del Tribunale di Tivoli ha quindi ricordato che “l’interpretazione delle norme comunitarie è riservata alla Corte di Giustizia, le cui pronunce hanno carattere vincolante per il giudice nazionale, che può e deve applicarle anche ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza interpretativa. A tali sentenze, infatti, siano esse pregiudiziali o emesse in sede di verifica della validità di una disposizione, va attribuito il valore di ulteriore fonte del diritto della Unione Europea, non nel senso che esse creino ex novo norme comunitarie, bensì in quanto ne indicano il significato ed i limiti di applicazione, con efficacia erga omnes nell'ambito dell'Unione (per tutte, Cass. 8.2.2016, n. 2468)”. Infine, lo stesso giudice ha ribadito che sulla questione va sempre ricordato “che i medesimi principi erano stati in precedenza affermati e sostenuti anche dalla giurisprudenza amministrativa, intervenuta ad annullare il citato DPCM del 25 settembre 2015, che aveva definito le modalità di assegnazione e di utilizzo della Carta, indicando come suoi destinatari i docenti di ruolo a tempo indeterminato delle scuole statali (cfr. Consiglio di Stato, sentenza n. 1842 del 18.3.2022)”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è proprio il caso di dire hanno fatto giurisprudenza che i pareri delConsiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea sull’estensione della Carta docente ai precari, perché i Tribunali d’Italia si stanno adeguando, ricordando che la risposta ai ricorsi prodotti dall’Anief non può che essere allineata a quella della giustizia amministrativa e della Corte UE. A questo punto, ai tanti insegnanti italiani a cui è stata sottratta la card annuale in modo illegittimo non rimane che presentare il ricorso con Anief: avranno in questo modo altissime possibilità di recuperare i 500 euro annuali della Carta che lo Stato ha deciso di sottrargli pur in presenza dell’obbligo di fare formazione”.
LE CONCLUSIONI DEL GIUDICE DI TIVOLI
La “parte ricorrente – si legge nella sentenza pubblicata ieri 10 ottobre - ha provato di aver stipulato, in detti anni scolastici, plurimi contatti a tempo determinato per una durata complessiva a 180 giorni per ciascun anno scolastico. La stessa ha altresì documentato di aver sottoscritto un contratto a tempo indeterminato come docente con decorrenza 1.9.2021, il che consente di ritenere integrata la condizione della permanenza del rapporto di lavoro richiesto dall’art. 3 DPCM 28 novembre 2016.
Alla dichiarazione del diritto segue la condanna del Ministero convenuto a dare applicazione a quanto sopra e a provvedere alla consegna alla ricorrente della carta docente, con valore nominale di € 2.500,00, e con le limitazioni e le modalità già previste e adottate per i docenti di ruolo.
Le spese del giudizio, liquidate come in dispositivo tenuto conto del valore della controversia (scaglione da € 1.100,01 a € 5.200,00; fasi 1, 2 e 4; e diminuzione fino al 50% per la serialità delle questioni esaminate, ex art. 4, comma 1, del DM n. 55/2014), seguono la soccombenza e vanno pertanto poste a carico del Ministero convenuto, con distrazione a favore dei procuratori antistatari di parte ricorrente.
Tivoli, 10.10.2023”.
I RICORSI ANCORA POSSIBILI
L’organizzazione sindacale Anief continua quindi a proporre i ricorsi per accedere con Anief al bonus docente: l’obiettivo è quello di recuperare 500 euro per ogni supplenza, anche per i contratti fino al 30 giugno, al termine delle lezioni o di durante ancora inferiore. Per maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa Anief, in modalità singola o collettiva, basta collegarsi con la pagina internet predisposta dal giovane sindacato.
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