Svariate sentenze dei tribunali e la Corte di Cassazione non hanno avuto dubbi in passato, ancora meno ne possono avere oggi: lo sostiene il giudice del lavoro di Vicenza nel condannare il Ministero ad assegnare ad un insegnante 2.000 euro, “con maggiorazione di interessi come per legge o rivalutazione monetaria su base Istat con la decorrenza di cui alla parte motiva della presente sentenza fino al saldo”, dopo che questi attraverso i legali Anief ha presentato ricorso per il mancato riconoscimento della Carta del docente per le supplenze svolte tra il 2020 e il 2024.
Il Tribunale di Vicenza, sezione Lavoro, ha esaminato il ricorso giungendo alla conclusione che sul caso valgono “le precedenti pronunce emesse dalla Sezione Lavoro di questo Tribunale – si richiamano ai sensi dell’art. 118 comma 1 disp. att. cpc i seguenti precedenti (a firma dei magistrati della Sezione) di cui alle controversie nn. 556/22, 603/22, 614/22, 643/22, 971/22 e 1125/22 R.G. Lav., già noti ai difensori della parte ricorrente ed al Ministero, in quanto parte nei relativi giudizi - dovendo i principi in esse affermati essere integrati e rivisitati alla luce della recente pronuncia resa dalla Corte di Cassazione ai sensi dell’art. 363-bis cpc; pronuncia che ha in particolare affermato” una serie di “principi di diritto”, il primo dei quali è il seguente: “La Carta Docente di cui all’art. 1, comma 121, L. 107/2015 spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31.8, ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 124 del 1999 o incarichi per docenza fino al termine delle attività di didattiche, ovverosia fino al 30.6, ai sensi dell’art. 4, comma secondo, della L. n. 124 del 1999, senza che rilevi l’omessa presentazione, a suo tempo, di una domanda in tal senso diretta al Ministero”. Infine, il giudice del Tribunale veneto ha spiegato che “a tali principi il Ministero si dovrà attenere all’atto del riconoscimento del bonus richiesto dalla parte ricorrente, docente precario”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “se su una diatriba giudiziaria si pone in modo così netto a favore dei ricorrenti la Suprema Corte di Cassazione, dopo peraltro un parere analogo emesso dal Consiglio di Stato e anche dalla Corte di Giustizia Europea, evidentemente il legislatore dovrebbe interrogarsi sul motivo da tanta contrarietà alla norma approvata. In ogni caso, tutto questo significa solo una cosa: diventa gioco forza presentare ricorso gratuito Anief, così da fare giustizia e recuperare fino a 3.500 euro più gli interessi nel frattempo maturati”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI VICENZA
PQM
Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni diversa istanza ed eccezione disattesa o assorbita, così provvede:
1. condanna il Ministero resistente a costituire in favore della parte ricorrente XXXX XXXX, con le modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016 (GU n. 281 del 1- 12-2016), la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado di cui all’art. 1, co. 121, Legge 107/2015, con accredito/assegnazione sulla detta Carta della somma di € 2.000,00, da spendersi non oltre il 24° mese decorrente dalla data di costituzione della Carta stessa, con maggiorazione di interessi come per legge o rivalutazione monetaria su base Istat con la decorrenza di cui alla parte motiva della presente sentenza fino al saldo;
2. condanna il Ministero alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla parte ricorrente a tale titolo liquidando la complessiva somma di € 600,00, oltre ad € 49,00 per spese, con maggiorazione di spese generali ed accessori di legge (iva e cpa), con distrazione della somma in favore dei difensori dichiaratisi antistatari.
Il Giudice
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