SCUOLA - Carta del docente, “un beneficio a destinazione vincolata e tale deve rimanere anche per i docenti a tempo determinato”: lo scrive il Tribunale di Treviso risarcendo un precario con 2.500 euro
Cinque anni di supplenze, anche con scadenza 30 giugno, valgono 2.500 euro di Carta del docente: lo ha confermato il Tribunale di Treviso, sezione Lavoro, accogliendo lo scorso 21 maggio il ricorso dei legali che operano per Anief in difesa di un insegnante che nel corso delle supplenze scolastiche si è dovuto formare e aggiornare professionalmente a proprie spese. Nel condannare il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire l’insegnante per la mancata assegnazione della card per ben cinque anni, tra il 2018 e il 2023, il giudice di Treviso ha specificato che si tratta “di un beneficio a destinazione vincolata e tale deve rimanere anche per i docenti a tempo determinato”.
Inoltre, lo stesso giudice ha specificato che “la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, pronunciando in data 27.11.’231 sul rinvio pregiudiziale disposto dal Tribunale di Taranto con ordinanza del 24 aprile 2023, ha enunciato” una serie di pareri che allargano il diritto della Carta del docente “ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31.8, ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 124 del 1999 o incarichi per docenza fino al termine delle attività di didattiche, ovverosia fino al 30.6”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sono la grande maggioranza i precari o ex precari che ancora non hanno presentato ricorso con i legali Anief per recuperare i 500 euro annui della Carta del docente utile per il loro aggiornamento, ma devono fare in fretta perché la prescrizione quinquennale potrebbe comportare delle decurtazioni. Dalla loro parte ci sono pareri autorevolissimi, come quello del Consiglio di Stato, della Corte di Giustizia europea e di recente anche della Suprema Corte di Cassazione: perché la Carta del docente è un diritto negato agli insegnanti precari, considerando che hanno le stesse mansioni e responsabilità dei colleghi già di ruolo, quindi anche di formarsi. Non è un caso – conclude Pacifico – che i giudici prendano sempre più spunto da queste espressioni di saggezza giudiziaria”.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TREVISO
P.Q.M.
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Treviso, disattesa ogni altra domanda, eccezione e difesa,
definitivamente pronunciando, così provvede:
- Accerta e dichiara il diritto di parte ricorrente ad usufruire del beneficio economico di Euro 500 annui
per gli a.s. dal 2018/19 al 2022/23 tramite la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del
personale docente e, per l’effetto, condanna il Ministero convenuto (in persona del Ministro pro
tempore) a mettere a disposizione della parte ricorrente l’importo complessivo di Euro 2.500 tramite il
sistema della Carta elettronica;
- Compensa per un mezzo le spese di lite e condanna parte resistente (in persona del Ministro pro
tempore) al pagamento, in favore della ricorrente, della residua metà, che si liquida in complessivi Euro
600,00=, oltre rimborso spese forfettarie nella misura del 15%, IVA e c.p.a. come per legge. Con
distrazione a favore dei procuratori attorei antistatari.
Treviso, 21/05/2024
IL GIUDICE DEL LAVORO
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