“La controversia (di carattere seriale) ha ad oggetto il riconoscimento, in favore della parte ricorrente, del bonus-carta docente di cui all’art. 1, co. 121, Legge 107/2015, con riferimento agli anni scolastici 2019/20, 2020/21, 2021/22 e 2022/23, nei quali la stessa ha prestato servizio a tempo determinato alle dipendenze del convenuto Ministero”: iniziano in questo modo le motivazioni che hanno portato il Tribunale del lavoro di Vicenza ad accordare 2.000 euro, “con maggiorazione di interessi come per legge o rivalutazione monetaria su base Istat con la decorrenza di cui alla parte motiva della presente sentenza fino al saldo”, ad un insegnante che ha svolto quattro supplenze annuali tra il 2019 e il 2023.
Dopo avere ricordato nella sentenza l’esistenza di una serie di posizioni favorevoli ai precari, sempre nelle aule di giustizia, che reclamavano la card annuale da 500 euro per l’aggiornamento professionale, il giudice ha ricordato che un anno fa a rendere ancora più rilevante la posizione è stata la principi in esse affermati essere integrati e rivisitati alla luce della recente pronuncia resa dalla Corte di Cassazione, che, “ai sensi dell’art. 363-bis cpc” ha “in particolare affermato” una serie “di principi di diritto, tra cui quello in base al quale “la Carta Docente di cui all’art. 1, comma 121, L. 107/2015 spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31.8, ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 124 del 1999 o incarichi per docenza fino al termine delle attività di didattiche, ovverosia fino al 30.6, ai sensi dell’art. 4, comma secondo, della L. n. 124 del 1999, senza che rilevi l’omessa presentazione, a suo tempo, di una domanda in tal senso diretta al Ministero”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta la sentenza di Vicenza ricordando che “sono oltre 20.000 i precari o ex precari che hanno presentato il ricorso gratuito con Anief per poi vincerlo con recupero totale della Carta del docente, quasi sempre anche con gli interessi. Del resto, se la Suprema Corte di Cassazione si allinea a quanto già detto dal Consiglio di Stato e dallaCorte di Giustizia Europea non si può che giungere a una conclusione: la Legge 107 del 2015 che ha avviato la formazione obbligatoria e introdotto la Carta del docente ha prodotto una situazione discriminante, a danno dei precari. Adesso, però, il danno è diventato evidente, tanto che i giudici non sembrano avere più dubbi sulla liceità delle richieste di risarcimento prodotte da un numero crescente di docenti precari”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI VICENZA
PQM
Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni diversa istanza ed eccezione disattesa o assorbita, così
provvede:
1. condanna il Ministero resistente a costituire in favore della parte ricorrente XXXX XXXX, con le
modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016 (GU n. 281 del 1-
12-2016), la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado di cui all’art. 1, co. 121, Legge 107/2015, con
accredito/assegnazione sulla detta Carta della somma di € 2.000,00, da spendersi non oltre il 24°
mese decorrente dalla data di costituzione della Carta stessa, con maggiorazione di interessi come
per legge o rivalutazione monetaria su base Istat con la decorrenza di cui alla parte motiva della
presente sentenza fino al saldo;
2. condanna il Ministero alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla parte ricorrente a tale titolo
liquidando la complessiva somma di € 600,00, oltre ad € 49,00 per spese, con maggiorazione di
spese generali ed accessori di legge (iva e cpa), con distrazione della somma in favore dei difensori
dichiaratisi antistatari.
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