Anche a Rovigo passa la linea Anief per recuperare i 500 euro della Carta del docente negati a un insegnante: il prof si è rivolto al giovane sindacato, che attraverso i suoi legali ha presentato ricorso e spiegato al giudice veneto che si tratta di una discriminazione bella e buona.
Il Tribunale del lavoro di Rovigo ha quindi assegnato la quota per la formazione richiesta, per la supplenza svolta dal docente nell’anno scolastico 2022-23, e ha bene evidenziato che “il Consiglio di Stato (sentenza n. 1842/2022) ha annullato il D.P.C.M. n. 32313 del 2015, evidenziando come una interpretazione costituzionalmente orientata della L. n. 107/2015 imponga di riconoscere il bonus di € 500,00 anche al personale assunto a tempo determinato, stante la contrarietà di detta esclusione rispetto ai precetti degli artt. 3, 35 e 97 Cost. e degli artt. 29, 63 e 64 del C.C.N.L. del 29/11/2007, secondo cui l’obbligo formativo grava anche sui docenti precari”.
Quindi, sempre a Rovigo il giudice ha rammentato che sulla vicenda “è intervenuta anche la Corte di giustizia dell’Unione Europea, che con ordinanza del 18 maggio 2022, emessa nella causa C-450/21 ha concluso stabilendo che: “La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, mediante una carta elettronica”.
Quindi, sempre il giudice del Tribunale di Rovigo si è soffermato sulla “giurisprudenza di legittimità”, constatando che “la Suprema Corte” di Cassazione “(sentenza n. 29961 pubblicata il 27.10.2023) ha esaminato diffusamente la questione, insieme alle altre, ponendo in risalto la destinazione del beneficio al sostegno della formazione continua dei docenti, che costituisce un obbligo tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato”. Detto questo, “l’Amministrazione è tenuta a fornire tutti quegli strumenti, risorse e opportunità – nei quali ricade indubbiamente anche la c.d. “Carta docenti” - che garantiscano la formazione in servizio” pure dei docenti precari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ribadisce che “la portata delle espressioni del Consiglio di Stato, dellaCorte di Giustizia Europea e della Corte di Cassazione è tale da non potere essere messa in dubbio dai tribunali del lavoro. Farebbe bene, quindi, il legislatore a mettere mano alla legge, la cosiddetta riforma della Buona Scuola approvata nel 2025 dal Governo Pd con premier Matteo Renzi, e allargarla a tutti i precari con supplenze annuali, fino al termine delle lezioni e anche ‘breve e saltuarie’ laddove vi sia continuità nella stipula dei contratti. Fino a quando ciò non avverrà con un provvedimento legislativo permanente si potranno comunque recuperare i 500 euro l’anno, fino a 3.500 euro, della Carta del docente presentando ricorso gratuito con Anief: attenzione, però, a non incorrere nella prescrizione di cinque anni”, conclude Pacifico.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI ROVIGO
P.Q.M.
Il Tribunale di Rovigo, in composizione monocratica, in funzione di Giudice del Lavoro,
definitivamente decidendo nella causa n. XXX/2024 promossa da XXXXXX XXXXX contro il
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO, in persona del Ministro pro tempore, ogni
diversa domanda, eccezione, difesa o istanza disattesa, così provvede:
1) Accerta e dichiara il diritto di parte ricorrente ad usufruire del beneficio economico di € 500,00
annui relativo alla Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, per
l’anno scolastico 2022/2023 e condanna il Ministero convenuto a mettere a disposizione della parte
ricorrente l’importo complessivo di € 500,00 tramite il sistema della Carta elettronica, oltre interessi
legali ovvero rivalutazione monetaria dalla data del diritto all’accredito sino alla concreta attribuzione;
2) Condanna il Ministero convenuto a rifondere alla parte ricorrente – e per lei ai procuratori costituiti,
che si sono dichiarati antistatari - le spese di lite, che liquida in € 369,00 per compenso di avvocato,
oltre IVA e CPA come per legge, spese generali al 15% e spese esenti per € 21,50.
Così deciso in Rovigo, in data 08/11/2024
Il Giudice
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