Sottrarre dallo stipendio dei supplenti la Retribuzione professionale docenti è una discriminazione: ancora una volta a sostenerlo è un giudice del lavoro, stavolta di Caltanissetta, che nell’esaminare il ricorso prodotto da una maestra siciliana della scuola dell’infanzia e primaria, assistita dai legali Anief, ammette la bontà della richiesta e provvede a risarcirla con oltre 2 mila euro più gli interessi maturati. La docente aveva sottoscritto, tra l’anno scolastico 2017/2018 e il 2019/2020, ben 29 contratti a termine per complessivi 357 giorni. Dunque, aveva lavorato complessivamente per un anno svolgendo il medesimo lavoro dei colleghi, senza però ricevere un euro di Rpd. Esaminando il caso, il Tribunale siciliano ha appurato che non essendoci diversità di prestazione lavorativa, i docenti che hanno sottoscritto un contratto di breve durata hanno pieno diritto al “riconoscimento della suddetta voce retributiva che evidentemente vale a retribuire sia il maggior impegno lavorativo che un aspetto propriamente qualitativo della prestazione”.