Grazie alle continue denunce presentate dal sindacato ANIEF, la Commissione Europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia Europea per l'abuso dei contratti a termine e l'elevata precarietà che caratterizza il settore scolastico italiano. Si tratta di una violazione grave che penalizza migliaia di lavoratori della scuola, costretti da anni a stipulare contratti temporanei, senza alcuna garanzia di stabilità lavorativa.
L’opera incessante condotta in Tribunale dai legali del sindacato autonomo Anief continua a produrre risarcimenti corposi: anche nel mese di settembre, appena giunto al termine, i giudici hanno assegnato oltre un milione di euro ai lavoratori della scuola, la maggior parte dei quali docenti e Ata precari. Complessivamente, dall’inizio del 2024 sono diventati quasi 11 i milioni di euro recuperati nelle aule di giustizia con protagonisti dei dipendenti della scuola. Con la produzione di sentenze favorevoli agli avvocati del sindacato, quindi di conseguenza ai molti dipendenti della scuola da loro difesi, dallo scorso mese di gennaio le sentenze che hanno prodotto risultati tangibili sono diventate ben 4.442.
Quando un dirigente mette un suo dipendente in ferie d’ufficio commette un’azione poco delicata; nella scuola questa eventualità rappresentata più di un’offesa. Perché durante i giorni di sospensione dell’attività didattica - vacanze natalizie, vacanze pasquali, sospensione delle lezioni deliberata dal Consiglio di Istituto e periodo dall’8 giugno al 30 giugno - i docenti assunti fino al 30 giugno sono in servizio e non in ferie: lo ha stabilito la Corte di Cassazione con Ordinanza n. 16715/2024, del giugno scorso, accogliendo il ricorso proposto dall’Anief in difesa di un insegnante non di ruolo che tra il 2019 e il 2023 aveva sottoscritto contratti di breve durata. Lo stesso sindacato raccoglie vittorie, di conseguenza, nei tribunali. Come a Marsala, dove il giudice ha detto sì al risarcimento ad un docente precario di “1.703,75 a titolo di indennità per ferie maturate e non godute per i rapporti di lavoro a tempo determinato intercorsi negli anni scolastici di cui è causa, oltre interessi come per legge”.
Tra le motivazioni che stanno portando i giudici ad assegnare la Carta del docente ai precari c’è anche la permanenza nelle graduatorie dei supplenti o l’immissione in ruolo negli anni successivi allo svolgimento della supplenza svolta senza beneficiare della card annuale da 500 euro: lo sostiene il Tribunale di Vicenza, che ha accolto la richiesta dei legali Anief per risarcire con 2.500 euro un insegnante che aveva svolto cinque supplenze annuali.
Il giovane sindacato rappresentativo Anief promuove l’adesione al ricorso per il riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e conseguente adeguamento stipendiale.